Bruxelles – Le regole per i bandi delle pubbliche amministrazioni europee che intendono procedere ad acquisti sono chiare e non possono discriminare i produttori. Per questo la Commissione Europea ha deciso di indagare per capire se l’Italia e una serie di altri paesi membri si muovano diversamente quando procedono all’acquisto di computer e microprocessori .
In particolare, i reclami su cui indagano le autorità europee riguardano il fatto che molti bandi in Italia, Germania, Austria, Olanda, Francia e Finlandia, sarebbero confezionati per l’acquisizione di computer dotati di chip Intel . Una specifica che, secondo quanto affermato a Bruxelles, rappresenta una violazione delle normative europee.
“Abbiamo ricevuto diversi reclami – ha spiegato il portavoce UE Jonathan Todd – riguardo agli acquisti di computer in alcuni stati membri e abbiamo iniziato a lavorarci l’anno scorso. Le norme prevedono un sistema aperto e queste regole non consentono di richiedere prodotti di uno specifico fornitore oppure, se ciò avviene, deve anche essere specificata la dicitura “o equivalente” “.
Al momento all’Italia e agli altri paesi è stato dunque richiesto di fornire entro due mesi un rapporto sulla situazione, in cui vengano descritte le procedure degli acquisti. Nel caso in cui venissero rilevate infrazioni alle normative, vi saranno altri due mesi di tempo per mettersi in regola prima dello scattare di un procedimento d’infrazione presso la Corte di Giustizia.
Un caso del genere viene visto come una opportunità soprattutto per i produttori di processori come AMD , da sempre interessata a ritagliarsi maggiore spazio al sole in un mercato tuttora dominato dalla rivale di sempre, Intel .