Procreate, la popolare app di illustrazione per iPad ha preso una posizione netta contro l’introduzione di strumenti di AI generativa nei suoi prodotti, suscitando l’entusiasmo e l’approvazione della comunità creativa.
James Cuda, CEO di Procreate, ha dichiarato senza mezzi termini in un video su X: “Non introdurremo alcuno strumento AI nei nostri prodotti. Non mi piace quello che sta accadendo all’industria e non mi piace quello che sta facendo agli artisti“.
Questa presa di posizione decisa arriva in un momento in cui molti illustratori digitali nutrono preoccupazioni riguardo all’utilizzo dei loro contenuti per addestrare modelli di AI senza consenso o compenso, e temono che l’adozione diffusa di queste tecnologie possa ridurre drasticamente le opportunità di lavoro.
We’re never going there. Creativity is made, not generated.
You can read more at https://t.co/9Fgh460KVu ✨ #procreate #noaiart pic.twitter.com/AnLVPgWzl3— Procreate (@Procreate) August 18, 2024
L’AI generativa vista come una minaccia all’umanità e alla creatività
Procreate non ha usato giri di parole per esprimere la sua posizione. Nella nuova sezione AI del suo sito web, l’azienda afferma: “L’AI generativa sta strappando via l’umanità dalle cose. Costruita su una base di furto, la tecnologia ci sta portando verso un futuro arido“. Pur riconoscendo i meriti dell’apprendimento automatico, Procreate ritiene che la strada intrapresa dall’AI generativa sia sbagliata e non in linea con i valori dell’azienda.
Questa presa di posizione ha già suscitato ampi consensi tra i creativi online, delusi da come altre aziende hanno gestito l’ondata di strumenti di AI generativa. Clip Studio Paint, un’app rivale, ha dovuto fare marcia indietro sui piani di introdurre funzioni di generazione di immagini dopo le aspre critiche degli utenti. Anche Wacom e Wizards of the Coast si sono scusate per aver utilizzato, seppur involontariamente, risorse generate dall’AI nei loro prodotti.
Adobe nel mirino delle critiche, Procreate conquista i favori degli artisti
Persino Adobe, che ha tentato un approccio più “etico” allo sviluppo di strumenti di AI generativi – avendo ripetutamente affermato che i propri modelli Firefly sono addestrati su contenuti concessi in licenza o fuori copyright – è stata criticata da coloro che ritengono che l’azienda abbia voltato le spalle ad artisti e creatori indipendenti.
Adobe ha chiarito ulteriormente che non addestra l’AI sui contenuti degli utenti a giugno, in seguito alle forti critiche suscitate da un aggiornamento dei termini di servizio, ma ormai la sua reputazione è stata intaccata. Nel corso degli anni, altre decisioni controverse come l’introduzione di abbonamenti obbligatori hanno alimentato la cattiva fama di Adobe tra i creativi digitali, che la percepiscono come un’azienda che non ha realmente a cuore i loro interessi.
In questo contesto, Procreate emerge come un’oasi per i creativi digitali. L’azienda si è attenuta a un modello di acquisto unico invece di passare agli abbonamenti a rotazione, e ha ampliato la sua offerta di prodotti per l’animazione e gli utenti desktop. L’impegno contro l’AI generativa non fa che rafforzare il legame con una comunità creativa che sente di avere sempre meno alternative.
Un futuro incerto, ma una strada chiara per Procreate
Cuda ammette che il futuro dell’AI generativa è incerto, ma ribadisce la convinzione di Procreate di essere sulla strada giusta per sostenere la creatività umana. In un’era in cui la tecnologia sembra voler sostituire l’ingegno e l’abilità degli artisti, Procreate si erge come un faro di speranza, un alleato fedele di chi crede nel valore insostituibile della creatività umana.