All’attenzione dei principali produttori di dispositivi mobile, un’ allarmata missiva firmata dal procuratore generale di New York Eric Schneiderman. Da Apple a Samsung, le autorità della Grande Mela hanno chiesto spiegazioni dettagliate sulle strategie adottate dai giganti dell’industria per tutelare gli utenti statunitensi dal furto di smartphone e tablet che finiscono poi in vendita al mercato nero.
Nella sua lettera aperta Schneiderman ha chiesto ai vendor di assicurarsi che i consumatori newyorchesi godano della massima protezione in un contesto urbano sempre più segnato dalle incursioni criminose per il furto mirato dei preziosi dispositivi cellulari. Protagoniste dell’innovazione high-tech, aziende del calibro di Google e Microsoft dovrebbero trovare nuove soluzioni per rendere inutilizzabili i vari device sottratti ai legittimi possessori .
È dunque probabile che al procuratore generale di New York non bastino le tecnologie già introdotte – ad esempio da Apple con la feature Find My iPhone – per rintracciare i dispositivi rubati a mezzo GPS. In effetti, strumenti del genere non si sono rivelati sempre affidabili, come nel curioso caso del pensionato Wayne Dobson che veniva tempestato di visite casalinghe a causa di un falso positivo nel segnale satellitare.
Se esistono casi lieti di ritrovamento inatteso – con qualunque strumento per il ritrovamento via GPS – l’eliminazione da remoto dei dati interni ai Melafonini ad esempio non ha portato necessariamente sempre a risultati positivi con gli account iMessage . La preoccupazione di Schneiderman riguarda invece l’eliminazione di tutti i dati da parte del manigoldo di turno, in modo da rendere un telefono vergine e dunque pronto per l’oscurità del mercato illegale : una procedura che di fatto pare garantire, secondo il procuratore, impunità. Gli smartphone dovrebbero essere modificati per consentire una disattivazione definitiva se finissero nelle mani sbagliate.
Mauro Vecchio