L’intelligenza artificiale sta trasformando molti settori professionali, con possibili conseguenze sul mercato del lavoro. Alcune applicazioni di questa straordinaria tecnologia sono però inaspettate e sorprendenti. Dopo aver visto l’AI diagnosticare l’autismo nei bambini e presentare i telegiornali, ora scopriamo che può anche produrre birra. Questa è l’insolita iniziativa dell’azienda giapponese Kirin Holdings, che vuole accelerare la creatività dei suoi dipendenti.
L’intelligenza artificiale sostituisce le interviste ai consumatori
Fino ad ora, Kirin Holdings si basava su lunghe interviste con un campione di consumatori per capire i punti di forza e di debolezza dei suoi prodotti e le possibili aree di miglioramento. Questa fase di sviluppo era però molto lenta, arrivando a richiedere fino a 50 ore secondo il produttore. Per questo motivo, l’azienda ha deciso di affidarsi all’intelligenza artificiale, in grado di processare in modo molto più veloce tutti i dati raccolti dai clienti e di suggerire idee per nuove birre.
L’AI entra a gamba tesa nel settore della birra
Questa AI funzionerà in modo simile a ChatGPT, con un sistema di suggerimenti. I dipendenti di Kirin Holdings potranno interagire con l’intelligenza artificiale, facendole diverse domande sui feedback dei clienti, chiedendole un’opinione su una certa ricetta o addirittura chiedendole di inventarne una che possa piacere al maggior numero di persone. L’AI non si occuperà però di produrre materialmente il prodotto finale.
L’intelligenza artificiale sarà usata solo per le bevande pronte
Kirin Holdings è abbastanza prudente nel lanciare questa collaborazione con l’intelligenza artificiale. Inizialmente, solo le linee di bevande pronte saranno prodotte con l’aiuto dell’AI. Si tratta di bevande alcopop, ovvero bevande dolci che contengono sidro, vino di frutta, vino da uva, birra o idromele, con una gradazione alcolica tra l’1,2 % vol. e il 15 % vol., che sono molto diffuse in Giappone e solitamente vendute in determinati periodi dell’anno.