Sono anni che gli aspiranti professionisti informatici, gli specialisti della tecnologia, gli ingegneri e gli aspiranti tali si sentono dire che il paese ha bisogno di loro ed anche ieri il concetto è stato ribadito in un convegno di alto profilo istituzionale, organizzato dal CNIPA e dalla Ragioneria generale dello Stato.
Nel 2010, è stato detto, serviranno almeno 21mila professionisti ICT in Italia , un mestiere che formalmente non esiste e di difficile riconoscibilità, con effetti diretti anche sulle remunerazioni. Eppure è di questo che l’Italia ha bisogno, secondo gli intervenuti al convegno: La qualità delle professioni informatiche nella Pa: una spinta per l’innovazione .
Una parte importante del fabbisogno di informatici arriverà dalla pubblica amministrazione, che non potrà che spingersi sempre più verso le tecnologie. Tecnologie che secondo il Ragioniere dello Stato Mario Canzio sono “di fondamentale importanza” ed anzi “strategiche per la gestione ed il controllo dei conti pubblici”. L’esempio è quello dei dati finanziari della PA, che viaggiano ormai tutti attraverso sistemi informativi “che richiedono professionalità sempre più specialistiche in grado non solo di accompagnare i processi evolutivi, ma di guidarli”.
Come si risponde a queste necessità? Con la formazione dei professionisti del futuro , un altro scoglio storico per l’Italia. In Europa, l’osservatorio di EITO stima che la formazione ICT sia un business colossale, pari ad almeno 650 miliardi di euro. In Italia si va sviluppando con una certa calma, anche attraverso formule come quelle sperimentate da CNIPA e Ragioneria sul sistema Eucip , European Certification of Informatics Professionals , che “classifica” 22 diverse posizioni nelle professioni informatiche. I dipendenti delle amministrazioni possono quindi fruire di una formazione e di un riconoscimento professionale in un progetto di formazione che Canzio, tra gli altri, ritiene “positivo”.
Secondo Livio Zoffoli , presidente CNIPA, serviranno anche “profili di dirigenti innovatori, in grado di coniugare una solida professionalità giuridica con conoscenze di organizzazione, di gestione dei processi e di informatica, in grado di dialogare con competenza con gli esperti di tali discipline”. Zoffoli ha ricordato i conti: “l’ignoranza informatica costa al Sistema Italia quasi 19 miliardi di euro l’anno”, una stima di una ricerca AICA-SDA Bocconi.
Secondo Beatrice Magnolfi , sottosegretario all’Innovazione nella PA, “non ci può essere innovazione senza innovatori e quindi senza investimenti sulla formazione. Gli interventi formativi sono ancora più necessari nelle aree ICT, che richiedono un aggiornamento mirato e costante”. Anche Magnolfi ha applaudito al ricorso ad Eucip da parte della Ragioneria dello Stato, e ha auspicato che “possa essere replicabile per tutte le altre amministrazioni, a livello centrale e locale”.