C’è crisi di talenti ma soprattutto di professionalità: l’Europa non sforna abbastanza professionisti ICT per le proprie esigenze, soprattutto non è capace di impiegarne un numero sufficiente a rispondere all’enorme domanda e ai moltissimi investimenti che, di conseguenza, prendono la via di altri mercati, come India e Cina.
A lanciare un nuovo allarme su quanto sta avvenendo, un allarme che riappare ciclicamente nell’Unione Europea, è il commissario alla Società dell’Informazione Viviane Reding (nella foto), secondo cui quello che definisice analfabetismo digitale sta condizionando il presente e il futuro dell’economia comunitaria .
Il 40 per cento dei cittadini europei, spiega , non conosce le tecnologie dell’informazione e questo si traduce in una insufficiente formazione IT, il che rallenta lo sviluppo di nuovi progetti, ergo tende a sbattere la UE fuori da quelle aree dove più veloce e più efficiente è la realizzazione dei nuovi mercati basati sulla rivoluzione informatica e della conoscenza.
“La mancanza di specialisti qualificati ICT – ha dichiarato Reding – rallenta nuove applicazioni ICT nell’economia e trascina miliardi di euro dei fondi di investimento verso economie dinamiche emergenti, dove centinaia di migliaia di nuovi ingegneri vengono diplomati ogni anno”.
Le dichiarazioni del Commissario arrivano a ridosso del lancio di una iniziativa tesa a ridurre questo analfabetismo e a recuperare almeno in parte il tempo perduto. E-Skills for the 21st Century è il nome ambizioso di un progetto che si concentrerà su tre aree di lavoro:
– creazione di specialisti ICT (con abilità per ricercare, sviluppare, formare, pianificare, produrre, gestire, commercializzare, vendere, integrare, installare, manutenere e supportare sistemi ICT)
– aumento delle capacità dell’utente ICT (perché il singolo sappia sfruttare efficacemente i sistemi ICT)
– capacità di e-business (quelle necessarie a cavalcare le nuove opportunità, in particolare quelle offerte da Internet, ed esplorare “nuovi mondi”)
Di interesse segnalare come il forum europeo E-Skills per far luce nell’arretratezza europea nel settore ha voluto anche definire in modo dettagliato le tre diverse forme di questa “deficienza”:
– shortage: un numero insufficiente di professionalità sul mercato del lavoro
– gap: una distanza nelle competenze attuali e in quelle necessarie
– mismatch: una distanza tra le competenze di uno studente o un corsista rispetto alle necessità di competenza richieste dal datore di lavoro
Nel comunicato stampa con cui nei giorni scorsi è stata annunciata al primo posto dell’iniziativa come priorità assoluta c’è la sensibilizzazione , necessaria affinché i singoli paesi membri prendano coscienza una volta per tutte del problema e perché tra i paesi dell’Unione a tutti i livelli (scuola in primis) si passi ad un momento di fattiva collaborazione.