“Mi chiamo E e sono felice”: con queste parole, quattro studenti della olandese Hogeschool vor de Kunsten di Utrecht presentano sul loro sito il risultato del proprio progetto di laurea . E , secondo quanto si legge sul comunicato diffuso dagli stessi ragazzi, “è una nuova idea di prodotto e marchio, contenente tre prodotti verticali integrati che hanno la capacità di comunicare emozioni e impegni attraverso una semplice interazione con oggetti fisici”.
L’idea che c’è dietro l’ecosistema E non è del tutto sconosciuta: altri strumenti sociali, dall’ instant messaging al più recente Twitter , consentono di comunicare in tempo reale le proprie attività e il proprio stato d’animo, e quasi del tutto a prescindere dal luogo in cui ci si trova. La novità è la totale indipendenza (o quasi) dal computer: Exo ed Evo , i due apparecchi complementari che consentono al sistema di funzionare, comunicano attraverso una interfaccia Bluetooth 2.0 .
Exo (nella foto a lato) è il fratello maggiore dei due: dalla forma a pupazzo di neve, dispone di un display a LED su cui mostrare il proprio stato d’animo. Per cambiarlo, basta afferrarlo e agitarlo in un certo modo : ad esempio una sonora scrollata comunica rabbia, mentre se lo si coccola allora “lui” trasmetterà amore e affetto. È anche in grado di informare la rete di amici/contatti/conoscenti delle attività del proprietario, selezionandole tra una serie di icone precaricate, e di ricevere informazioni sugli altri utilizzatori comunicandole all’utente con il colore della luce diffusa, le icone mostrate sul suo display e persino con un messaggio audio.
Evo è invece un piccolo accessorio da indossare , una sorta di bigiotteria tecnologica (smart jewelry): si può portare al collo o alla cintura, e mediante effetti di luce e vibrazioni comunica l’avvicinarsi di un altro Evo e lo stato d’animo di chi lo indossa. Se si desidera scambiare le proprie informazioni personali con qualcuno, basta avvicinare i due Evo e fargli fare amicizia . Una volta a casa, Exo rileva la presenza di Evo e scarica tutti i dati raccolti per aggiungerli al proprio archivio dei contatti.
Infine Eco : è il diminutivo di “ecosistema”, si tratta cioè dell’interfaccia web, assolutamente cross-platform, da utilizzare per creare la propria icona personale, modificare la lista dei propri contatti , gestire il contenuto di Evo ed Exo .
Gli ideatori del progetto (Sandra Karis, Paul Geurts, Arjen Sondag e Renato Valdés Olmos) hanno ricevuto un premio dalla scuola per il loro lavoro, e lo hanno presentato al pubblico lo scorso 12 settembre. I ragazzi affermano di avere pronti i prototipi perfettamente funzionanti della loro invenzione, e si dicono disponibili ad essere contattati da potenziali investitori per trasformare il loro ecosistema sociale in un prodotto di largo consumo .
Sebbene l’idea, come detto, non sia del tutto originale, è forse uno dei primi esempi di concetti “social” resi disponibili nella vita reale: nonostante sia davvero facile fare ironia su E , è evidente che l’idea di comunicare qualcosa di sé a chi ci circonda, in tempo reale e senza mediazioni complesse, potrebbe in futuro catturare l’attenzione di industriali e consumatori . Se ce l’ha fatta il solipsistico Tamagotchi , perché non dare una chance al social project E ?
Luca Annunziata