Il Project Gutenberg, storico riferimento online per la distribuzione in Rete di libri di pubblico dominio, è finito nelle maglie della giustizia italiana e sotto la scure della Guardia di Finanza. La segnalazione giunge dallo stesso progetto, il quale si rivolge ai propri follower italiani scusandosi per l’accaduto e spiegando che non sa per quale motivo ciò sia accaduto.
Aggiornamento del 26 maggio 2020: Il sito è tornato online, ma al momento non si conosce la causa del temporaneo sequestro posto in essere nella giornata di ieri.
Aggiornamento del 30 maggio 2020: nonostante le segnalazioni antecedenti che sembravano allineate nel segnalare il sito come raggiungibile, in realtà l’oscuramento continua sui DNS sottoposti a filtro imposto dalle autorità.
Project Gutenberg sotto sequestro
Sulla base di quanto spiegato, alcuni visitatori si troverebbero di fronte la segnalazione della Guardia di Finanza – Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche che pone formalmente il sito sotto sequestro (quindi con evidente filtro a livello di DNS come da protocollo). Non solo l’accusa è strana, ma è strano anche il fatto che un progetto simile possa cadere direttamente sotto sequestro senza preventivi approfondimenti. Le segnalazioni si sarebbero moltiplicate, fino a consigliare al progetto di dare spiegazioni – pur se parziali e incomplete – all’utenza italiana:
To all Italian followers/users.
Please see below our CEO's statement about some issues with some people in Italy reaching PG (https://t.co/1qUbyiUDQ4) pic.twitter.com/U9NWwHFBUa
— Project Gutenberg (@gutenberg_org) May 24, 2020
Il Project Gutenberg non sa dare spiegazioni in merito poiché operante dagli USA e spera anzi di ricevere proprio dall’Italia una qualche spiegazione. La firma è del CEO Gragory B.Newby.
Prima Telegram, poi Project Gutenberg
Emerge nel frattempo un documento che, facendo riferimento ad un procedimento penale presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Roma, mette proprio il sito del Project Gutenberg nella lista di siti che “a fine di lucro (costituito dalla cessione dei dati personali a fine di pubblicità), distribuivano, trasmettevano e diffondevano in formato pdf, riivste, giornali e libri (beni tutelati da diritto d’autore), dopo aver acquisito illecitamente numerosissim i files informatici con il relativo contenuto […]“:
Il sito è dunque finito tra le maglie delle medesime iniziative in difesa del copyright che in queste settimane stanno colpendo i canali Telegram che diffondono materiale protetto. Conoscendo la storia, il significato e la forza del Project Gutenberg viene da pensare che possa trattarsi di un clamoroso falso positivo, frutto di un qualche scomposto errore nell’identificazione dei contenuti protetti. Si attendono pertanto a questo punto spiegazioni più dettagliate da parte della Guardia di Finanza e dalla Procura.