JEDI: Microsoft confermata per il cloud del Pentagono

Project JEDI: il Pentagono conferma Microsoft

Il Dipartimento della Difesa conferma la correttezza della propria decisione: il bando per il progetto JEDI rimane assegnato al gruppo di Redmond.
Project JEDI: il Pentagono conferma Microsoft
Il Dipartimento della Difesa conferma la correttezza della propria decisione: il bando per il progetto JEDI rimane assegnato al gruppo di Redmond.

L’assegnazione del bando per il progetto JEDI a Microsoft, stabilita a fine 2019 al termine di una gara tutt’altro che tranquilla, non è in alcun modo stata influenzata né dev’essere messa in discussione. Lo ha reso noto nel fine settimana il Dipartimento della Difesa statunitense, confermando di fatto la correttezza e la validità della propria decisione.

Microsoft confermata per il cloud del Pentagono

In gioco, lo ricordiamo, c’è la realizzazione della nuova infrastruttura cloud del Pentagono, battezzata appunto Joint Enterprise Defense Infrastructure. Un incarico dal valore economico quantificato in circa dieci miliardi di dollari. Il gruppo di Redmond l’aveva spuntata in ultima istanza nel testa a testa con Amazon. Si erano invece persi per strada altri competitor del calibro di IBM, Oracle e Google.

L’infrastruttura di Azure accoglierà i servizi di storage a disposizione del Dipartimento così come strumenti basati su intelligenza artificiale e machine learning da impiegare nelle attività, anche quelle sul campo e in ambito bellico. Questo il breve comunicato affidato dalla società alla redazione del sito The Verge in cui Microsoft conferma di essere pronta per avviare i lavori.

Apprezziamo che in seguito a un’attenta revisione il Dipartimento della Difesa abbia confermato come la nostra offerta sia stata relativa alla giusta tecnologia e al miglior valore.

Di parere contrario Amazon, che in un post pubblicato nel fine settimana sul blog di AWS afferma di non voler mollare il colpo percorrendo altre vie per portare a una rivalutazione, definendo quella appena resa nota “nient’altro che un tentativo di validare una decisione falsata, influenzata e politicamente corrotta”.

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Pubblicato il
7 set 2020
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