Recentemente Google ha razionalizzato molti dei suoi progetti digitali e in particolare quelli legati alla robotica in capo alla sua controllata Titan. Le risorse sono state drenate in buona parte verso progetti con un maggior ruolo strategico e soprattutto con una valenza commerciale superiore, come Project Loon . Si tratta di un progetto a cui Google lavora da tempo e che mira a portare internet nelle zone remote della Terra per mezzo di palloni aerostatici . Assodato che questa soluzione è migliore rispetto all’utilizzo di droni, Project Loon da oggi riceve nuova enfasi e un’accelerata alla fase sperimentale.
Sul blog del team “X” viene espresso ottimismo circa i risultati raggiunti, che hanno superato le aspettative : “L’affinamento del software e degli algoritmi possono aiutare i palloni a navigare il globo e nell’intero processo si è quanto più vicini al giorno in cui i palloni in grado di permettere di connettersi ad internet potranno divenire realtà per persone nelle regioni rurali e remote del mondo”.
È servito molto impegno, qualche incidente e denunce (oltre che diverso tempo) per raggiungere l’odierno traguardo. Dalla prima spedizione di palloni dalla Nuova Zelanda nel 2013 la capacità di controllo dei palloni (principale problema del progetto) è stata via via perfezionata. Durante gli ultimi test condotti a metà 2016 con lanci da Porto Rico in direzione Perù, in barba all’iniziale scetticismo , si è giunti a poter controllare il comportamento dei palloni, non più in balia dei venti ma in grado di compiere continue correzioni sulla loro posizione.
Effettivamente gli algoritmi sviluppati nel tempo dagli ingegneri del team sono arrivati ad una sofisticazione e precisione tale da essere in grado di comandare l’invio di gruppi di palloni istruiti per disporsi in cluster aleggianti sopra una specifica regione da cui sarà così possibile connettersi ad Internet . L’intera procedura di “stabilizzazione” dei dispositivi può concludersi in poche settimane, dove precedentemente erano necessari mesi, con una riduzione anche dei costi per costruire il network. Si tratta per altro di un cambio rispetto alla previsione iniziale di creare anelli di palloni in continuo movimento attorno al globo. Secondo il team impegnato nel progetto, queste nuove funzionalità raggiunte sono in grado di abbattere di 100 volte il numero di palloni necessari (con un drastico risparmio rispetto a quanto preventivato).
I miglioramenti principali hanno riguardato il sistema di controllo dell’altitudine reso più efficiente grazie all’installazione di nuovi pannelli solari e pompe d’aria: grazie alle simulazioni di volo è stato possibile migliorare gli algoritmi e lo sfruttamento di un sistema di machine learning ha permesso di migliorare le reazioni in tempo reale dei palloni in caso di condizioni avverse e non prevedibili nella stratosfera. Non rimane che attendere la conclusione positiva del prossimo test, paventando l’avvio di una fase due.
Mirko Zago