Annunciata a fine maggio da The Technology Coalition, l’iniziativa Project Protect mira a coinvolgere i più importanti player del mondo online e tecnologico per combattere la piaga dello sfruttamento minorile che purtroppo ancora oggi si manifesta anche sul Web nelle sue molteplici e ignobili forme. In queste il programma registra l’adesione di Facebook.
L’impegno di Facebook a tutela dei minori
Il gruppo di Mark Zuckerberg si unisce dunque a Google, Microsoft, Twitter e ad altre 14 realtà che avevano già fatto altrettanto, offrendo le proprie forze e risorse per un obiettivo condiviso e comune. Così Antigone Davis, Global Head of Safety della piattaforma, ha commentato l’adesione del social network all’iniziativa.
In Facebook utilizziamo tecnologia sofisticate e segnali comportamentali non solo per prevenire, identificare e rimuovere immagini e video che sfruttano i più piccoli, ma anche per scovare, prevenire e scongiurare interazioni potenzialmente inappropriate tra un minore e un adulto. Lo facciamo su Facebook, Instagram, Messenger e WhatsApp. Come ogni problema che riguarda tutta l’industria richiede soluzioni che vanno oltre una singola azienda: è necessario un robusto impegno internazionale per contrastare il problema.
L’azione di Project Protect si snoda attraverso cinque principi: innovazione tecnologica, azione collettiva, ricerca indipendente, condivisione di informazione e conoscenza, trasparenza e responsabilità. La volontà dichiarata è quella di poter giungere in tempi ragionevolmente brevi alla creazione di un sistema su cui possa far leva tutta l’industria online per debellare la piaga, attraverso un processo supportato da importanti investimenti.