5 prompt ChatGPT che aiutano a prepararsi ad un colloquio di lavoro

5 prompt di ChatGPT che aiutano a prepararsi ad un colloquio di lavoro

5 prompt di ChatGPT per raccontare in modo efficace le proprie competenze ed esperienze durante i colloqui di lavoro.
5 prompt di ChatGPT che aiutano a prepararsi ad un colloquio di lavoro
5 prompt di ChatGPT per raccontare in modo efficace le proprie competenze ed esperienze durante i colloqui di lavoro.

Chi vuole fare colpo al prossimo colloquio di lavoro, oggi ha un alleato in più su cui contare: ChatGPT. Il chatbot di OpenAI non serve solo a generare testi, scrivere codice o a rispondere a domande esistenziali… Può diventare anche il proprio coach personale per prepararsi al fatidico “elevator pitch“, quella breve presentazione di se stessi che può fare la differenza tra un “le faremo sapere” e un “quando può iniziare?”.

L’importanza dell’elevator pitch

Ma cos’è esattamente un elevator pitch? In parole povere, è una breve e convincente introduzione di se stessi, delle proprie competenze e delle aspirazioni professionali. Il nome deriva dall’idea di dover condensare tutto questo nel tempo di una corsa in ascensore, da cui “elevator”, appunto.

L’elevator pitch è una sorta di biglietto da visita. La propria chance di fare breccia nel cuore del recruiter o del potenziale datore di lavoro. Ma attenzione: non è un monologo da imparare a memoria e ripetere a pappardella. È una conversazione, un dialogo in cui si deve saper rispondere alle domande in modo conciso e convincente, senza sembrare dei robot o dei dischi rotti.

Ed è qui che entra in gioco ChatGPT. Il chatbot di OpenAI può aiutare a prepararsi al meglio, gicoando d’anticipo. Può ipotizzare le domande più probabili e fornire le risposte più efficaci.

Come usare ChatGPT per prepararsi a un colloquio

Ma come sfruttare al meglio le potenzialità di ChatGPT? Ecco alcuni prompt da utilizzare per allenarsi:

1. Caricare il proprio curriculum vitae in ChatGPT e chiedere se si sta usando abbastanza verbi d’azione e risultati quantificabili per descrivere le esperienze lavorative. I numeri hanno sempre un impatto maggiore rispetto agli aggettivi!

In base alla tua analisi della mia esperienza [caricare curriculum nel prompt o parlare dell’esperienza pertinente nell’app], sto usando aggettivi o numeri per descrivere ciò che faccio?

2. Raccontare a ChatGPT una situazione lavorativa complessa affrontata e risolta in modo creativo. Chiedere di rendere la storia più concisa e incisiva, evidenziando il proprio contributo.

[Scrivere o descrivere a voce i dettagli di una situazione difficile, risolta in modo brillante]. Aiutami a perfezionare la mia storia sulla risoluzione di un problema complesso al lavoro. Come posso strutturare questa storia per renderla più concisa e d’impatto?

3. Chiedere a ChatGPT di elencare le tre domande più probabili che potrebbero fare durante il colloquio, in base al proprio background e alla posizione per cui ci si candida. Anche in queto caso, il chatbot può suggerire risposte concise e puntuali, che mettono in luce le competenze e il proprio potenziale.

Elencare le tre principali domande specifiche in un potenziale colloquio, in base al mio background, e offri risposte concise in stile elevator-pitch a ciascuna di esse“.

4. Rivelare a ChatGPT la domanda che risulta più difficile o imbarazzante da affrontare. Chiedere strategie per affrontarla con sicurezza e trasformarla in un’opportunità per mettere in risalto le proprie qualità.

L’unica domanda che spero non mi venga posta è [inserire domanda]. Quali strategie di storytelling potrebbero aiutarmi a rispondere a questa domanda?

5. Domandare a ChatGPT come evitare le parole “spazzatura”, quelle espressioni vaghe e insicure come “una specie di”, “più o meno”, “diciamo”. Chiedere di consigliare alternative più assertive e professionali.

Come posso evitare di usare parole vaghe, come “più o meno”, “probabilmente” e “come”, per sembrare più sicuro di me al colloquio di lavoro?”.

1. Non fermarsi alle parole: allenarsi a dirle

Ma ChatGPT, per quanto utile, non basta. Per rendere il proprio elevator pitch davvero convincente, bisogna esercitarsi a pronunciarlo ad alta voce. Perché un conto è scrivere, un altro è parlare. Basta usare il registratore dello smartphone per ascoltare le risposte suggerite da ChatGPT alle potenziali domande. È importante prestare attenzione alla voce, al tono e al ritmo. Si dà l’impressione di essere naturali e sicuri di si stessi? O piuttosto un robot che legge un copione scritto da un’intelligenza artificiale?

Bisogna prendere nota di cosa funziona e cosa no. Poi registrare di nuovo, e ancora, e ancora. Finché non si avrà la sensazione che quelle parole sono davvero le proprie, e non di ChatGPT.

2. L’importanza di essere autentici

Un colloquio di lavoro non è una recita, non è una finzione. È un incontro tra persone, un momento di conoscenza reciproca. E per essere convincenti, si deve essere autentici.

Le parole che il chatbot di OpenAI suggerisce possono essere perfette sulla carta, ma se non si sentono proprie, se non si pronunciano con convinzione, perderanno ogni valore. E si darà l’impressione di essere degli impostori, dei venditori di fumo. Ecco perché è fondamentale fare propri i suggerimenti di ChatGPT, adattarli al proprio stile, alla propria personalità, alla propria storia. Solo così si è credibili.

3. Lo storytelling, la soft skill più preziosa

In fondo, un colloquio di lavoro è una prova di storytelling. Di narrazione. Bisogna saper raccontare la propria storia in modo avvincente e persuasivo, senza sembrare artefatti o noiosi. Si deve saper coinvolgere l’interlocutore, suscitare il suo interesse, la sua curiosità, la sua empatia.

E lo storytelling è forse la soft skill più importante di tutte. Perché non sono solo le competenze tecniche a fare la differenza, ma anche il modo in cui si comunicano, si valorizzano e si rendono appetibili. Un buon narratore sa scegliere i dettagli giusti, sa creare suspense, sa alternare momenti di tensione a momenti di leggerezza. Sa usare la voce, il corpo, lo sguardo per trasmettere emozioni e significati. Sa adattare il suo racconto all’audience, al contesto, all’obiettivo.

Insomma, si è i narratori della propria vita professionale. ChatGPT può dare una mano a scriverla, ma sta a noi interpretarla.

4. Un alleato, non un sostituto

Sia chiaro: ChatGPT non vuole rubare il lavoro a nessuno o sostituirsi a noi (almeno questa è la versione di OpenAI). ChatGPT è uno strumento, un supporto. È un modo per per scoprire punti di forza e di debolezza, per migliorare le proprie capacità comunicative. Ma non è un oracolo o una bacchetta magica.

Alla fine, siamo noi che dovremo sederci di fronte al recruiter, stringergli la mano, e guardarlo negli occhi. Saremo noi a dover rispondere alle sue domande, a reagire ai suoi feedback, a convincerlo che siamo la persona giusta per quel lavoro. E per farlo, bisogna attingere a qualcosa che nessuna intelligenza artificiale potrà mai replicare: la nostra umanità. La nostra unicità. La nostra passione.

ChatGPT sì, ma non è tutto

Quindi, va bene sperimentare con ChatGPT e utilizzarlo per prepararsi al prossimo colloquio di lavoro. Ma non bisogna fermarsi lì. Ci si può far ispirare, ma poi bisogna metterci del proprio e soprattutto, non si deve mai dimenticare che i protagonisti del colloquio siamo noi, non un chatbot AI. Siamo noi a dover emergere, a dover lasciare il segno.

Alla fine, il lavoro dei propri sogni non si otterrà grazie a uno strumento AI, ma attraverso l’intelligenza, la determinazione e l’umanità di ciascuno di noi.

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Pubblicato il
4 gen 2025
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