Ennesimo progetto messo in campo da Anthony Levandowski, ancora una volta legato al territorio della guida autonoma e nuovamente destinato ai mezzi pesanti per il trasporto merci. La startup questa volta si chiama Pronto e promette di avviare la vendita del prodotto sviluppato già entro il prossimo anno. Coinvolto in veste di co-fondatore anche Ognen Stojanovski, avvocato e ricercatore della Stanford University.
Pronto.ai e i self-driving truck
Il kit commercializzato avrà un costo pari a 4.999 dollari, spesa che includerà l’installazione da parte di personale autorizzato e la formazione dell’autista necessaria per l’utilizzo della tecnologia. Già avviata la fase di pre-ordine attraverso le pagine del sito ufficiale, a fronte di un deposito di 299 dollari.
La tecnologia, chiamata CoPilot, non prevede l’impiego di LiDAR ed è stata oggetto di un test condotto non su un camion, bensì su una versione allestita ad hoc della Toyota Prius, equipaggiata con telecamere, un computer per elaborare le informazioni acquisite e un archivio di mappe digitali. La vettura ha percorso i circa 5.000 Km che separano San Francisco da New York, in un coast-to-cost lungo un weekend per dimostrare le potenzialità del sistema. L’intero tragitto è riassunto in una sorta di timelapse nel filmato in streaming di seguito, che si chiude con una dedica ad Aaron Sellars, ingegnere di Otto e Uber scomparso di recente.
L’approccio ricorda quello di George “geohot” Hotz, che dopo aver messo in ginocchio i sistemi di protezione dei dispositivi Apple e Sony ha impegnato più di recente le proprie capacità su progetti riguardanti la guida autonoma, con la creazione del team Comma.ai il cui obiettivo è stato fin dall’inizio proprio quello di realizzare e commercializzare un kit self-driving da installare su qualsiasi vettura, indipendentemente dal marchio.
Anthony Levandowski e la guida autonoma
Quello di Anthony Levandowski non è certo un nome nuovo nel territorio della guida autonoma. Assunto nel 2007 da Google per lavorare sulla piattaforma Street View e poi coinvolto nel progetto di bigG per la realizzazione di una self-driving car, nel gennaio 2016 ha lasciato il gruppo per fondare la startup Otto, società specializzata nell’applicazione della guida autonoma ai mezzi pesanti per il trasporto merci, acquisita solo pochi mesi dopo da Uber a fronte di un investimento economico quantificato in 680 milioni di dollari.
Coinvolto direttamente nella lunga battaglia legale che ha visto Waymo (la divisione di Alphabet-Google) e Uber fronteggiarsi nelle aule di tribunale per la sottrazione di documenti riservati, è stato licenziato dall’ex CEO di Uber, Travis Kalanick, nel maggio 2017. Ora torna in pista annunciando un’iniziativa che richiama alla mente quella di Otto, con il suo nuovo team Pronto.