Marin County (USA) – Negli scorsi mesi un po’ tutte le più grosse etichette discografiche hanno preso in licenza tecnologie anti-copia che possano proteggere i CD di musica dalla masterizzazione selvaggia e dal ripping delle tracce audio su hard disk.
Così ha fatto anche Fahrenheit Entertainment, una casa discografica di Denver che negli scorsi mesi ha rilasciato sul mercato uno dei primi album, intitolato “Charley Pride: A Tribute to Jim Reeves”, protetto dalla tecnologia di SunnComm.
Ma contro Fahrenheit ha ora sporto denuncia una donna californiana, che ha accusato l’etichetta di non aver riportato sufficienti informazioni sul CD per indicare l’adozione di una tecnologia che ne rendesse impossibile la copia su PC. Oltre a questo, la donna sostiene che per scaricare la musica su computer, l’utente è obbligato a registrarsi su di un sito Web e fornire informazioni personali che, a suo dire, violano la privacy dei consumatori.
L’avvocato che ha deposto la denuncia, Ira Rothken, spiega che “la legge impone alle aziende che vendono prodotti di dare al consumatore tutte quelle informazioni che possono essere rivelanti nella scelta o meno di un prodotto”.
A sua difesa Fahrenheit ha dichiarato che sulla parte esterna di ogni CD protetto appare la seguente dicitura: “Questo CD audio è protetto dalla tecnologia SunnComm MediaCloQ Ver 1.0. Esso è stato progettato per essere riprodotto solo nei lettori di CD audio standard e non è volto alla riproduzione su lettori DVD. Copie con licenza di tutti i brani musicali contenuti su questo CD sono disponibili per il download. Inserite semplicemente il CD nel vostro computer per iniziare”.
Tuttavia Rothken ha criticato l’omissione, nel disclaimer di Fahrenheit, di un avviso che spiegasse in modo comprensibile dell’impossibilità, per il consumatore, di riprodurre il CD su di un computer e di trasportare i brani in esso contenuti su di un lettore MP3 portatile. Omissioni, a suo avviso, che bastano per bollare le pratiche commerciali dell’etichetta come disoneste.
Sono in molti ora ad attendere gli esiti di una causa che, se non frenerà certo il diffondersi di CD a prova di copia, potrà forse ottenere maggiore trasparenza nelle offerte ai consumatori da parte delle major discografiche.