Da circa tre mesi una delle realtà storiche del panorama informatico italiano, l’ Associazione Software Libero , ha chiesto di poter prendere visione dei protocolli di intesa che riguardano la fornitura di software e servizi Microsoft alla Pubblica Amministrazione. Ora l’Associazione ha deciso di inviare al ministro Brunetta una lettera aperta, riportata qui di seguito:
“Lettera aperta all’On.le Ministro Renato Brunetta
Protocolli d’intesa sottoscritti in data 05.08.08 con Microsoft Italia S.r.l.
On.le Ministro Renato Brunetta,
il 16.08.08 Le abbiamo spedito una lettera (ricevuta il 03.09.08) con la quale domandavamo di avere accesso a due protocolli d’intesa da Lei sottoscritti con Microsoft Italia S.r.l. : quello “per lo sviluppo di soluzioni d’eccellenza tecnologiche e organizzative, in particolare nel settore della scuola”, e quello (sottoscritto anche dal Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia) “per la realizzazione di un progetto pilota di ammodernamento e dematerializzazione della gestione documentale degli uffici”.
La notizia di quegli accordi ha destato in noi viva preoccupazione: in primo luogo perché la P.A. spende ogni anno molti milioni di euro in licenze software (274 nel solo 2003), in secondo luogo perché l’azienda Microsoft è stata condannata in sede europea per abuso di posizione dominante e in terzo luogo perché in qualità di Ministro della Repubblica Lei non può ignorare che il software libero offre una valida alternativa e che la legge (art. 68 D.Lgs. 82/05) impone di realizzare una valutazione comparativa prima d’acquisire il software da utilizzare.
Abbiamo pensato che Lei, Signor Ministro, fosse stato mal consigliato e che fosse nostro dovere aiutarLa.
Ci siamo precipitati a scriverLe nel week end di ferragosto, ma, ad oggi, siamo ancora in attesa di risposta. L’inerzia del Suo Ministero ci ha infine costretti a ricorrere alla Commissione per l’accesso ai documenti amministrativi.
Quanto dovremo ancora attendere per esercitare il nostro diritto di verificare che quei protocolli d’intesa non ostacolino l’impiego del software libero nella P.A., non rechino ingiusto pregiudizio agli interessi delle aziende europee che commercializzano servizi basati su software libero ed agli interessi dei cittadini?
Per ora possiamo solo sospettare che, per esempio, l’accordo per il progetto pilota sulla dematerializzazione documentale sia del tutto inutile: in Piemonte si sta già realizzando, con soldi pubblici, un sistema di gestione documentale in software libero ( doqui ), che anche altre regioni stanno considerando di adottare.
Infatti, il software libero può essere riutilizzato senza costi di licenza da tutta la P.A..
Ritardare l’uso del software libero da parte della P.A. danneggia la nostra economia, rende il mercato meno libero e favorisce un gruppo minoritario di aziende che privano il nostro paese di cospicui introiti fiscali. Sa che, per fare un esempio, Microsoft (ma analogo discorso vale per molti dei principali produttori di software proprietario) fattura le licenze vendute in Italia esclusivamente dalla filiale Irlandese (per un totale di 750 Milioni di Euro nel 2003) e che quindi comprando licenze di software proprietario si incide negativamente sulla bilancia dei pagamenti?
Nel 2000 più di 2.000 cittadini italiani firmarono una lettera aperta intitolata “soggezione informatica dello stato italiano a Microsoft”: da allora le cose non sono migliorate se oggi si finanziano le iniziative di quell’azienda, che non ha certo bisogno di aiuti pubblici.
Non ci riferiamo ovviamente ai protocolli d’intesa da Lei sottoscritti (che non abbiamo letto e quindi non possiamo giudicare).
Ci riferiamo invece ad altre esperienze che la nostra associazione ha avuto modo di valutare negli ultimi anni.
Come il Centro di Ricerca di Povo (Trento), inaugurato nel 2005. Un centro in cui per ogni euro investito dal socio privato (Microsoft), ne sono stati erogati quattro a fondo perduto dai soci pubblici (Provincia di Trento, Università di Trento, Università di Catanzaro e FIRB-MIUR), cioè da tutti noi cittadini. Un centro nel quale gli investimenti sono largamente pubblici: saranno pubblici anche i risultati della ricerca?
Dopo questo “affare”, anche il Governo di centro-sinistra si è affrettato a stipulare accordi per la costituzione di tre nuovi “Centri di Ricerca su tecnologie Microsoft”: non è certo una scelta sensata, in un paese che si riconosce nei valori del libero mercato e della concorrenza, destinare soldi pubblici a favore di una impresa che detiene il 95 % del mercato dei sistemi operativi.
Qualcuno potrebbe dire che non abbiamo ricevuto risposta per l’inerzia dei suoi uffici, per una pratica dimenticata sulla scrivania di qualche dipendente fannullone perennemente in malattia o per qualche dirigente ignavo o menefreghista.
Certo che, se queste cose succedono proprio nel Suo dicastero, proprio nel periodo in cui, a quanto sembra, la “crociata contro i fannulloni” sta dando il massimo risultato, c’è ancora molto da fare.
Nella speranza di riuscire a penetrare la fitta trama di ostacoli che Le impedisce di dare la dovuta attenzione alle istanze del software libero, restiamo in attesa di una Sua gradita risposta.
Con ogni osservanza,
per l’Associazione per il software libero
Marco Ciurcina”