Proton è conosciuta soprattutto per i suoi servizi di posta elettronica e VPN, ma ora l’azienda ha un intero ecosistema di applicazioni e servizi per la tutela della privacy. L’ultima novità è sicuramente un po’ curiosa: un portafoglio bitcoin.
Proton Wallet, il portafoglio digitale per Bitcoin
Proton ha appena annunciato Proton Wallet, un portafoglio digitale per inviare, ricevere e conservare la criptovaluta Bitcoin. I Bitcoin possono essere acquistati in oltre 150 Paesi attraverso terze parti autorizzate da Proton. Proton Wallet supporta anche la funzione “Bitcoin via e-mail”, che consente di inviare e ricevere Bitcoin utilizzando l’indirizzo e-mail legato al proprio account Proton, invece dei più complessi indirizzi dei portafogli Bitcoin.
La società ha dichiarato in un comunicato stampa: “Proton occupa un posto unico tra i fornitori di portafogli. Non è una società di criptovalute, non ha mai emesso una criptovaluta, non commercia o specula in criptovalute, né è un exchange. Non è nemmeno orientato al profitto, in quanto il suo principale azionista è la Fondazione Proton, senza scopo di lucro, la cui missione è preservare la privacy e la libertà online. Da questo punto di vista, Proton è forse l’ultima organizzazione che ci si aspetterebbe entrasse nello spazio Bitcoin, ma spera, attraverso il lancio di Proton Wallet, di fornire esattamente ciò di cui gli utenti hanno bisogno per guadagnare la fiducia e l’accettazione mainstream“.
Proton Wallet, scommessa rischiosa su una criptovaluta controversa
Il Bitcoin è una criptovaluta decentralizzata che viene utilizzata soprattutto come investimento speculativo o come pagamento a cyber criminali (per ransomware o acquisti illegali), mentre i normali pagamenti peer-to-peer costituiscono una percentuale minore delle transazioni. Inoltre, a causa del modello proof-of-work, consuma molta più elettricità rispetto a transazioni analoghe nel sistema bancario globale (fiat). Senza contare che l’elettricità proviene spesso da centrali a carbone e altre fonti energetiche non rinnovabili.
La criptovaluta come concetto potrebbe avere qualche merito, ma il Bitcoin è probabilmente la peggiore implementazione di criptovaluta, soprattutto perché è stata la prima a uscire dai giochi.
Il Bitcoin ha avuto circa 15 anni per dimostrare di essere una valida alternativa alla valuta fiat, e ha fallito in quasi tutte le occasioni. Proton ha sottolineato nel suo annuncio di aver accettato pagamenti in Bitcoin fin dal suo primo round di finanziamento nel 2014, ma questo non significa convincere le persone a entrare nell’ecosistema per la prima volta, o sperare che Bitcoin possa finalmente “guadagnare la fiducia e l’accettazione mainstream“.
Proton Wallet si discosta inoltre in modo significativo dalle altre applicazioni e servizi di Proton, che per lo più fungono da alternative ai grandi servizi tecnologici come Gmail e Google Calendar. Google e Microsoft non hanno mai lanciato un portafoglio di criptovalute e le ambizioni di Meta per i pagamenti in criptovaluta sono fallite nel 2019.
Il portafoglio Bitcoin di Proton è a prova di hacker?
La mancanza di un’infrastruttura bancaria adeguata e di protezioni per gli utenti rende i portafogli Bitcoin un bersaglio comune per hacker e truffatori, in una pratica nota come wallet draining. Proton afferma di aver rafforzato la sicurezza con l’autenticazione a due fattori e “Proton Sentinel, che utilizza l’apprendimento automatico avanzato e l’AI, insieme all’analisi umana, per bloccare i tentativi di accesso dannosi con elevata precisione“. Tuttavia, questo probabilmente non riuscirà a mitigare tutti i tentativi di hacking e social engineering.
Proton Wallet è in fase di accesso anticipato per gli utenti del piano Proton Visionary e gli utenti con accesso possono invitare fino a 10 altre persone.