I siti istituzionali sudcoreani sono (stati) sotto attacco, ma la colpa non è degli hacktivisti di Anonymous o LulzSec: secondo un rapporto stilato da McAfee, le infrastrutture telematiche della Corea del Sud sarebbero cadute vittima di un tentativo di cyber-warfare che porta la firma della Corea del Nord, una “cyber-esercitazione” tesa a saggiare le conseguenze di un conflitto che travalica il 38º parallelo e invade il network telematico mondiale.
Siti sudcoreani di primo piano quali quelli dell’ufficio presidenziale e dell’agenzia di intelligence hanno recentemente subito un attacco di tipo DDoS che ha provocato il lancio di un allarme da cyber-assalto di gravità assoluta – il terzo mai emesso dalle autorità di Seul.
McAfee sostiene che l’origine di questi attacchi vada ricercata nell’azione di botnet composte da PC sudcoreani infetti , gestita da ignoti per mezzo di server di comando&controllo esterni. La security enterprise statunitense descrive gli attacchi come “missioni di ricognizione telematica per testare l’impatto che le cyber-armi potrebbero avere in tempi di guerra”.
Dietro l’attacco alle istituzioni sudcoreane ci sarebbe insomma la Corea del Nord, anche se McAfee non è in grado di stabilire se a condurlo in porto sia stata una forza “terza” assoldata dal regime di Pyongyang o agenti interni.
Alfonso Maruccia