L’ aggiornamento con cui nei giorni scorsi Sony ha annunciato di voler sfrattare Linux da XMB, l’interfaccia di controllo tipica delle sue console, ha subito generato rappresaglie: GeoHot, lo smanettone che aveva recentemente annunciato di aver craccato la PlayStation 3, minaccia di divulgare i dettagli del suo lavoro se la giapponese decidesse di continuare su questa strada.
Nonostante l’ illusione che si trattasse solamente di un pesce d’aprile, le parole e i fatti sembrano confermare che con il prossimo update 3.21 del firmware della PS3 (aggiornamento opzionale ma necessario se si vuole, per esempio, giocare online o con nuovi giochi o leggere nuovi Blu-ray) Sony eliminerà la possibilità di installare un sistema operativo differente , prima garantita ai suoi utenti.
A intervenire a difesa degli utenti che utilizzavano tale opzione e vogliono comunque poter usufruire degli aggiornamenti di sistema è George Hotz, meglio noto come GeoHot e già autore dello sblocco di iPhone. Parlando dal suo blog invita gli utenti a non aggiornare il sistema , almeno finché non avrà trovato un modo per mantenere l’opzione anche con l’update 3.21.
GeoHot sottolinea, poi, come sia assurdo che un aggiornamento tolga invece di dare ad una piattaforma: medesima critica viene mossa da EFF che coglie l’occasione per sottolineare certe storture che possono generarsi con un abuso di sistemi DRM e con la proibizione degli aggiramenti dei sistemi di protezione contenute nel Digital Millenium Copyright Act .
La situazione diventa quindi in parte paradossale: proprio l’impresa di GeoHot (che aveva dichiarato di voler tenere per sé i dettagli), dopo tre anni dall’uscita della console, aveva spinto Sony a ripensare alcune questioni relative alla sicurezza e a decidere per la rimozione dell’opzione . Ma ora la mossa rischia di scatenare proprio ciò che si voleva evitare.
Claudio Tamburrino