Lo sfratto di Linux da PS3 operato a fine marzo da Sony aveva sollevato un coro di proteste da parte degli utenti di tutto il mondo, che si sono visti privati da un giorno all’altro della possibilità far girare sulla console nipponica sistemi operativi basati su Linux. Ora al lamento generale si è aggiunta una voce decisamente imponente, quella dell’Air Force statunitense.
Nei laboratori di ricerca gestiti dai topgun USA nei pressi di Rome, nello stato di New York, nel 2009 era stato messo insieme un cluster relativamente economico composto da 336 PS3, che tutte insieme garantivano una potenza di calcolo pari a 53 Teraflop . Successivamente il numero di console era stato portato a 2.200 per attestarsi infine a una quantità ottimale stimata in 1.700 unità.
Al momento non ci sarebbero pericoli per la stabilità del sistema, ma i militari hanno sottolineato che, nel caso in cui un elemento del gruppo debba essere sostituito o riparato, verrebbe reso con il software aggiornato impedendone di fatto l’utilizzo dal momento che l’intero sistema, al pari di altri esempi in alcune università statunitensi, gira su Linux.
Giorgio Pontico