La notizia che il manipolo di fan di Linux su PS3 non avrebbero mai voluto leggere è infine arrivata: con il prossimo update 3.21 del firmware della console, Sony eliminerà dall’XMB (l’interfaccia di controllo tipica delle macchine videoludiche di nuova generazione prodotte dalla multinazionale nipponica) l’opzione con cui era stato finora possibile installare un sistema operativo “alternativo” (basato appunto su Linux) a quello proprio della console.
Per quanto sia sempre stato un passatempo di pochi, la possibilità di usare Linux sulla PS3 ( Yellow Dog , Ubuntu o altre distro compatibili) ha sin qui permesso di adattare le notevoli capacità computazionali della console ad applicazioni di computing poco videoludiche e molto focalizzate sul campo della ricerca. Sony giustifica la scelta di disabilitare il supporto al Pinguino con non meglio specificati “motivi di sicurezza”.
Che la scelta abbia a che fare con il crack recentemente emerso a opera dell’hacker GeoHot? Sony non conferma né smentisce limitandosi a sostenere che l’update permetterà alla corporation di focalizzarsi sui contenuti e l’esperienza veicolati attraverso il network PSN ufficiale. L’installazione di un OS Linux era d’altronde già stata eliminata con la presentazione della versione “slim” della console, mentre i primi modelli (“fat”) continuavano a offrire la possibilità.
Gli utenti non hanno accolto positivamente l’annuncio di Sony, soprattutto considerando il fatto che il produttore aveva in precedenza assicurato di voler continuare a mantenere l’opzione “installa un altro sistema operativo” nella XMB delle console “fat” anche con le future versioni del firmware.
Sony spiega che l’aggiornamento è opzionale e che per continuare a usare Linux è sufficiente evitarlo, ma per chi decide di comportarsi in tal senso il prezzo da pagare è l’impossibilità di accedere al network ufficiale, di giocare ai videogame che richiedono un firmware aggiornato e di fruire dei dischi Blu-ray contenenti i film di ultima uscita.
Con la cancellazione di Linux su PS3 Sony sfronda ulteriormente le potenzialità della console, che in passato aveva già dovuto rinunciare a due porte USB, al supporto dei dischi in formato Super Audio CD e alla capacità di emulare la console PS2.
Alfonso Maruccia