Dopo la rivelazione che ha svelato il retroscena sul blocco ai servizi Qriocity e PlayStation Network, Sony si ritrova con diverse gatte da pelare. I tecnici stanno lavorando senza sosta per riaprire le piattaforme online entro la prima settimana di maggio , ma anche i legali della multinazionale hanno il loro bel da fare: l’intrusione sui dati sensibili degli utenti avrà ovviamente delle ripercussioni.
Arrivati a questo punto, i consumatori sparsi nel mondo potrebbero benissimo chiedere un risarcimento legato alla violazione della privacy, ma anche gli sviluppatori partner che pubblicano demo e contenuti direttamente sullo store online potrebbero pretendere un indennizzo di qualche tipo.
Come noto, lo spiazzante attacco al network potrebbe oltretutto aver compromesso la sicurezza delle carte di credito collegate agli account. In un successivo punto della situazione, Sony ha ribadito di non avere prove riguardanti la manomissione dei dati bancari cifrati, ma diversi utenti hanno iniziato a segnalare movimenti sospetti che potrebbero essere collegati alla visita degli hacker.
Nel frattempo, l’ Information Commissioner’s Office britannico è sceso in campo. L’ente che si occupa della privacy dei sudditi di sua maestà dichiara di aver preso la questione piuttosto seriamente: ha già contattato Sony per stabilire l’entità del problema e si prepara ad intraprendere una crociata contro la tecnologica piattaforma che non è stata in grado di tutelare i dati dei suoi iscritti.
Per il momento, l’azienda nipponica sta prendendo in considerazione l’idea di rimborsare soltanto gli utenti che hanno pagato per abbonarsi alla versione Plus del servizio PSN, danneggiati da questo “game over” che dura da oltre una settimana. In una apposita FAQ pubblicata sul sito ufficiale spiega comunque che i vertici del gruppo stanno attualmente “valutando tutta una serie di opzioni legate al risarcimento.”
Roberto Pulito