Fino a questo momento le difese dei servizi Sony non hanno brillato particolarmente. Il colosso nipponico sembra avere problemi con la prevenzione ma si è specializzato nel contrattacco e si sta impegnando per scovare e perseguire i malintenzionati che osano violare la sicurezza di piattaforme e console.
Dopo aver archiviato la vicenda GeoHot , incentrata sullo sblocco di PS3, Sony pensa ora ad un’azione contro gli ignoti che hanno violato le difese del PlayStation Network . Le ultime indiscrezioni indicano la possibilità che la multinazionale possa addirittura offrire un compenso a chi fornirà informazioni utili alle indagini, condotte insieme all’FBI.
Come noto, fino a questo momento nessuno ha rivendicato la bufera scatenata in PSN che ha portato via i dati sensibili di oltre 75 milioni di utenti. La community di hacktivisti Anonymous ha dichiarato più volte di non essere “ufficialmente” coinvolta nell’attacco ma, secondo gli stessi veterani del gruppo, qualche membro esperto potrebbe comunque aver agito in maniera indipendente .
Il ripristino parziale del servizio PlayStation Network era previsto per lo scorso weekend: diverse aree sarebbero dovute tornare attive, tra gioco online, noleggio di film e servizio chat, ma i tecnici Sony hanno deciso di rimandare ancora l’apertura. L’ennesimo post di scuse sul blog ufficiale parla di ulteriori test approfonditi da effettuare prima del rilancio.
Nei giorni scorsi Sony ha ricevuto nuove minacce e ha anche dovuto spegnere l’ennesimo principio d’incendio, rimuovendo 2500 nomi e indirizzi di clienti che circolavano sul web. In questo caso, i dispettosi incursori hanno trafugato una lista di dati sensibili da un vecchio sito Sony Electronics, non più aggiornato, sul quale si erano svolti dei concorsi a premi nel lontano 2001. Fortunatamente, la lista non includeva password personali o numeri delle carte di credito.
Roberto Pulito