Parlamento e Consiglio europeo hanno raggiunto un accordo provvisorio sul nuovo regolamento che impone una maggiore trasparenza alle campagne per elezioni e referendum. I cittadini devono poter riconoscere facilmente la pubblicità politica online. È previsto inoltre il divieto di usare determinati dati personali.
Trasparenza e targeting della pubblicità politica
La proposta di regolamento è stata annunciata dalla Commissione europea quasi due anni fa. Doveva entrare in vigore entro la primavera 2023, quindi in tempo per le elezioni europee 2024, ma le nuove norme non sono state ancora approvate. Ieri sera è stato solo raggiunto l’accordo provvisorio tra Parlamento e Consiglio, per cui manca ancora l’approvazione definitiva (l’applicazione delle regole è prevista 18 mesi dopo).
Le attuali norme sull’advertising politico devono essere aggiornate, in quanto oggi le campagne elettorali si svolgono prevalentemente online. Il nuovo regolamento è stato elaborato per tenere conto dei rischi associati alla manipolazione delle informazioni e alle ingerenze straniere nelle elezioni. I cittadini devono riconoscere facilmente i messaggi di pubblicità politica, in modo da effettuare una scelta informata.
La pubblicità politica dovrà essere chiaramente etichettata. Cittadini, autorità e giornalisti potranno ottenere informazioni su chi finanzia uno spot pubblicitario e l’importo pagato. La Commissione europea creerà un archivio accessibile al pubblico contenente tutte le pubblicità politiche online e le informazioni correlate per un periodo massimo di sette anni.
L’uso dei dati personali per il targeting della pubblicità politica online è possibile solo se l’interessato ha espresso il suo consenso. In ogni caso è vietata la pubblicità politica basata sulla profilazione ottenuta usando specifici dati (etnia, religione, orientamento sessuale) e dati dei minori.
Per impedire le ingerenze straniere è vietato il finanziamento delle pubblicità politiche da parte di paesi terzi (tre mesi prima di un’elezione o di un referendum). La violazione delle regole può comportare sanzioni fino al 6% delle entrare globali annuali per il fornitore dei servizi di advertising.