Si intitola Norme su software libero, accessibilità di dati e documenti ed hardware documentato ed è il nuovo disegno di legge presentato oggi a Bari dal presidente della Regione Puglia Nichi Vendola insieme all’assessore regionale alla Comunicazione istituzionale, Nicola Fratoianni.
19 articoli già approvati alla metà dello scorso giugno, per un pugno di linee guida che accompagnino l’amministrazione regionale verso l’adozione di hardware e software liberi. Una transizione significativa, che dovrebbe offrire a tutti i cittadini pugliesi la possibilità di accedere a dati e informazioni senza spesa alcuna, grazie a prodotti informatici gratuiti .
“Il software libero rappresenta una possibilità importante per le amministrazioni pubbliche e per i cittadini di poter godere del diritto a comunicare e ad essere informati – ha spiegato il presidente Vendola – Possono goderne senza che questo diritto sia sequestrato dalle grandi multinazionali che fanno pagare l’accesso al circuito informativo e comunicativo e decidono loro quali sono i binari su cui devono camminare le informazioni”.
Stando agli obiettivi annunciati dallo stesso ddl, verranno trasformati i vari meccanismi di lavoro – e soprattutto di accesso ai sistemi informatici – di agenzie e società, oltre che di enti e istituzioni . Una rivoluzione che attenderà presto al varco anche il mondo imprenditoriale.
“Per le micro e piccole imprese si apre uno scenario di grandi occasioni – ha spiegato Fratoianni – perché dovranno necessariamente nascere tanti nuovi servizi per favorire l’entrata nel sistema economico di un approccio al personal computer e all’informatica completamente nuovo”.
“La Puglia è tra le prime Regioni in Italia a tentare questa rivoluzione – si può poi leggere nel comunicato ufficiale diramato dalla Regione Puglia – Un percorso che ha il potere di abbattere le barriere digitali, ma non è semplicissimo da attuare per l’enorme potere economico delle multinazionali dell’informatica che orientano e regolano il mercato”.
Lanciato dal ddl, il cosiddetto hardware documentato, definito come “un’apparecchiatura elettronica e informatica che per funzionare utilizzerà il software libero o, in alternativa, specifiche tecniche che permettono di sviluppare programmi in software libero”. Una volta trasformata in legge, la proposta dovrebbe concretizzarsi in un arco temporale di tre anni.
Mauro Vecchio