Il Consiglio della Regione Puglia ha approvato la legge sul software open source all’interno della pubblica amministrazione, sull’impegno alla massima diffusione dell’open data relativamente a documenti e dati pubblici in possesso della Regione e per l’impiego del cosiddetto hardware documentato, definito come “un’apparecchiatura elettronica e informatica che per funzionare utilizzerà il software libero o, in alternativa, specifiche tecniche che permettono di sviluppare programmi in software libero”.
La normativa rappresenta la fusione di due diversi disegni di legge e quindi la soddisfazione è bipartisan.
Tutti in Regione accolgono la normativa con gioia: da Vendola all’assessore alle Politiche giovanili Nicola Frantoianni che ha detto che “la Puglia è all’avanguardia sullo scenario nazionale, attraverso uno strumento che risponde alle esigenze della PA e dei cittadini in termini di accessibilità e trasparenza”. Allo stesso modo il capogruppo del Pd Antonio Decato ha accolto con favore la legge sottolineando come questa sia nata sul Web con una iniziativa dei giovani democratici, sostenuta dal segretario regionale Sergio Blasi e dal segretario dei giovani Pierpaolo Tregli. Ha raccontato inoltre come sia importante perché “permetterà a tutti i cittadini di creare, migliorare, copiare, distribuire e studiare il software usato dai sistemi informatici della Regione Puglia per gestire tutta la sua attività amministrativa. Non è sufficiente, infatti, che i dati siano resi pubblici dalla pubblica amministrazione. Non basta mettere i propri dati in una bacheca virtuale che ne permette la consultazione”.
Decato, inoltre, così come Salvatore Negro, presidente del Gruppo Udc alla Regione Puglia, che ha espresso apprezzamento per la legge, ha voluto mettere l’accento sul bisogno parallelo di trasparenza che può essere portato avanti congiuntamente alla digitalizzazione della PA: “Occorre avviare – ha detto Negro – un sistema di informazione che metta a disposizione dei consiglieri regionali tutti gli atti che vengono emanati nel settore della Sanità”. Un progetto che può far seguito all’approvazione della normativa sul software libero.
Claudio Tamburrino