Potrebbe sembrare una semplice diatriba legale tra un regista ed una casa di produzione, ma dietro lo scontro tra Miramax e Quentin Tarantino c’è una questione che il mondo degli NFT dovrà giocoforza approfondire: il tema è quello della proprietà intellettuale. In questo caso la questione nasce nel momento in cui Tarantino ha messo in vendita gli NFT relativi a 7 scene del film.
Pulp Fiction, i 7 NFT della discordia
Secondo quanto promesso dalla piattaforma Secret Network, l’NFT concede un uso esclusivo del materiale contenuto in questi sette pacchetti, ognuno dei quali comprensivo di materiale originale relativo alla sceneggiatura, al girato ed a note audio dell’artista. Sette porte verso il “dietro le quinte” di uno dei film cult degli ultimi decenni, insomma, a disposizione degli appassionati. Gli NFT sono un fenomeno nuovo e per molti versi inesplorato, ma proprio per questo motivo anche i loro profili giuridici potrebbero essere presto esaminati a fondo non appena gli interessi in ballo porteranno a questo tipo di interesse. Potrebbe essere questo il caso di Pulp Fiction.
Iconic Secret NFTs are now Tarantino NFTs 💥
7 uncut scenes. Priceless secrets. The first NFT release of its kind, from a one-of-a-kind creator.
Watch the Iconic site evolve before your eyes at: https://t.co/lMm920SUBA pic.twitter.com/ULqr5nR53z
— Secret Network (@SecretNetwork) November 2, 2021
Tuttavia c’è un elemento che sfugge all’offerta degli NFT: Miramax ritiene che parte del materiale sia protetto da copyright, che la proprietà sia della casa di distribuzione e che non vi fossero pertanto le debite autorizzazioni per la creazione di copie digitali (tantomeno se poste in vendita). Il tema non è pertanto inerente alla forza degli NFT, alla bontà della blockchain Ethereum (su cui sono basati) o al fascino di poter accedere a contenuti fino ad oggi inaccessibili. La questione è invece legata al filo sottile che separa la proprietà intellettuale dalla creazione di copie digitali di materiale correlato.
Il valore degli NFT di Pulp Fiction scaturirà dalla querelle legale tra le parti, incentrata probabilmente più sulla suddivisione dei compensi che non sull’effettiva bontà del valore artistico delle 7 unità in vendita. Compito dei giudici sarà valutare l’essenza degli NFT e la reale applicabilità dei diritti su questo tipo di asset. Miramax, da parte sua, ha semplicemente affermato il consolidamento di uno status quo: tutto quanto inerente Pulp Fiction è di proprietà della casa di produzione e il regista non ha diritto a produrre e distribuire in proprio gli NFT in oggetto.
Palla al centro.