Doveva rappresentare la tanto attesa rivoluzione del file sharing vidimato e approvato dalle Big Four del mercato musicale, e invece più passano i mesi meno sono le possibilità che Qtrax riesca alla fine a uscire vivo da un perdurante cul de sac senza apparenti vie di fuga.
Il software non è un gioiello di funzionalità, almeno per il momento , ma altrettanto evidente appare la difficoltà causata dalla tragicomica situazione finanziaria della società produttrice incapace, secondo le accuse di Oracle , di corrispondere i pagamenti dovuti per la fornitura del software usato come back end della piattaforma.
Oracle ha fatto causa a Qtrax perché quest’ultima le dovrebbe 1,8 milioni di dollari per i suoi sistemi di database, un cifra che secondo i documenti presentati alla corte avrebbe dovuto essere coperta da un assegno risalente al novembre del 2008. L’assegno è risultato poi scoperto per mancanza di fondi, e a quel punto a Oracle non è rimasto altro da fare che rivolgersi alla Corte Distrettuale del nord della California per ottenere quanto le era dovuto.
“L’incapacità di Qtrax a pagare fatture di notevoli dimensioni” scrive Oracle nelle sue richieste alla corte, “costituisce una violazione materiale della licenza di utilizzo del software” fornito dalla società, violazione che ora andrebbe ripagata con una causa dal valore di quasi 2 milioni di dollari .
Secondo quanto sostiene Oracle, Qtrax avrebbe insomma il vizietto di millantare letteralmente credito, quasi come era successo ai tempi dell’ annuncio di Cannes dei primordi, poi sfociato nell’imbarazzo a causa dello stop delle Big Four del disco.
A sentire il management della piattaforma di sharing le cose non sono poi così disperate come pretenderebbe Oracle: certo la società ha dovuto fronteggiare periodi di magra e una certa scarsità di fondi, ma ora il CEO Allan Klepfisz dice che Qtrax “non è più nei guai” grazie a nuovi fondi recentemente acquisiti. In futuro le cose tra Qtrax e Oracle si sistemeranno , sostiene speranzoso Klepfiz, e comunque al di là di tutto la sua startup non ha mai usato nessuna delle licenze incluse nel contratto che Oracle pretenderebbe violato dall’assegno a vuoto ricevuto l’anno scorso.
Alfonso Maruccia