Intel ha inviato una missiva ai membri dell’International Trade Commission (ITC), agenzia federale statunitense attualmente impegnata – tra le altre cose – a dipanare la matassa dello scontro tra Qualcomm e Apple in merito ai gadget mobile commercializzati senza l’inclusione dei chip di connettività prodotti dalla corporation di San Diego. Santa Clara ha preso le parti di Cupertino, accusando a sua volta Qualcomm di comportamento contrario alla concorrenza .
Lo scontro tra Qualcomm e Apple si è a questo punto avviato verso lo status di vera e propria ” guerra legale mondiale ” tra i produttori OEM di componenti elettronici, una guerra che ha avuto inizio con una multa dell’antitrust sudcoreano – apparentemente imbeccato da Apple – e che è poi continuata negli States con la richiesta di Qualcomm all’ITC per la messa al bando degli iPhone che fanno uso di chip di connettività prodotti da aziende terze.
Tra le suddette aziende terze figura preminentemente Intel, che da anni sta cercando di farsi strada nel mercato mobile prima con i suoi SoC x86 e poi con i chip baseband per le reti di nuova generazione (4G). Le presunte violazione di brevetto accampate da Qualcomm contro Apple, dice Intel all’ITC, sono solo una scusa per perseguire un comportamento assolutamente anticompetitivo .
Qualcomm sta provando a fare un uso contorto dei processi para-giudiziari della commissione sul commercio estero, sostiene ancora Intel , un comportamento che rappresenta solo l’ultimo in una lunga lista di strategie utilizzate per “schiacciare” i potenziali concorrenti del suo business di chip per gadget mobile.
Secondo la versione di Chipzilla , l’eventuale approvazione del bando degli iPhone basati su chip Intel provocherebbe addirittura un “danno significativo all’interesse pubblico”, inviando tra l’altro un forte segnale agli altri produttori OEM riguardo ai rischi che si corrono mettendosi contro lo strapotere commerciale di Qualcomm.
Quali che siano i meriti del parere inviato all’ITC, di certo Intel ha parecchia esperienza in fatto di comportamenti anti-competitivi. La corporation di Santa Clara deve infatti ancora chiudere i conti con l’antitrust europeo in merito alla strategia commerciale usata negli anni passati per spezzare le gambe al business x86 di AMD .
Alfonso Maruccia