Washington ha attivato il Grande Fratello globale . La legge illegale. Bene, ed ora che anche l’ultima maschera è caduta, si può vedere cosa significa veramente democrazia .
È un fatto che, dall’11/9, è divenuto possibile, per i gruppi di potere, agire in modo più incisivo, facendo leva sulle paure della gente: paura di essere aggrediti in casa propria, di essere privati dei propri beni e dei propri affetti, paura di morire in modo inaspettato e tragico, paura di stare andando in una direzione sconosciuta.
Timor panici, che hanno fatto accettare condizioni di vita da regime bellico, l’instaurazione di una sorta di legge marziale, pur nel proseguimento di una quotidianità apparentemente normale. Solo apparentemente, perché non si può considerare normale il superamento di normative tradizionalmente consolidate a difesa della privacy e delle libertà fondamentali di pensiero e di parola, apertamente violate da disposizioni chiaramente coercitive ed illiberali.
Diciamo che l’attentato alle Torri Gemelle ha rappresentato uno spartiacque tra un’epoca in cui ancora residuava un minimo di pudore in chi esercitava il potere, ed un’epoca nuova, in cui tale potere viene esercitato in modo sfacciatamente coercitivo, per salvaguardare gli interessi dei veri burattinai del teatrino della cosiddetta società civile. Un’evoluzione rapida, quasi improvvisa, realizzata in contemporanea da tutti i centri più o meno occulti che governano realmente l’evoluzione della società umana.
Non mi preoccupa più di tanto lo sfaldarsi della facciata democratica e salvifica, con la quale si è sempre coperta l’azione dei poteri dominanti: ho da sempre saputo che il governo non è mai appartenuto al popolo, e quindi so che la dissoluzione di questa dissimulazione non modifica nulla nella sostanza.
Quel che mi dà da pensare, invece, è la concomitanza dell’accentuazione della stretta dei Poteri presenti in tutto il mondo, realizzata con una sorta di urgenza, propria degli ultimi anni. Parrebbe che tutto il sistema di potere sia sul punto di venire allo scoperto, per rivendicare apertamente la propria supremazia, sovvertendo un atteggiamento consolidato da una tradizione plurimillenaria di diplomatico occultamento.
Cosa l’ha provocato a tanto?
Una concausa certa è la diffusione di informazioni non filtrate, di cui è responsabile la Rete – ma in parte anche la televisione, l’evoluzione dei trasporti e dei commerci internazionali, l’esplosione del turismo di massa. Ma un’eventualità del genere si affronta strategicamente con la contro-informazione, quando la disinformazione e la dissimulazione non risultano sufficienti, senza la necessità di scendere in campo aperto, creando i presupposti di situazioni potenzialmente molto pericolose per la stabilità del sistema globale.
Si deve quindi affacciare un’altra ipotesi, in apparenza “fanta-politica”.
Sono emersi, e si stanno consolidando, nuovi gruppi di potere che pretendono un loro spazio, in contrapposizione ai gruppi preesistenti, che -per definizione- non hanno intenzione di spartire nulla con nessuno, così che si determina la classica situazione delle rane che abitano lo stagno nel quale combattono i tori: alla fine della fiera, si scopre che tutto questo insieme di vessazioni alla “libertà” (apparente) dei singoli non rappresenta che un espediente per “contare le teste” dei sacrificabili disponibili, e rinchiuderli per quanto possibile in una condizione di non-defezionismo… Piuttosto perderli, cioè, che lasciarli passare alla parte opposta.
Se fosse vero, ci attende una sorta di Armageddon ante-litteram.
Se fosse vero…
Il problema, a questo punto, è che “a pensar male si fa peccato, ma… ci si indovina sempre!”; oppure, come diceva mia nonna buon’anima, “al peggio, non c’è mai fine…”
Con il che, vada il mio apprezzamento a quanti si sono addentrati nella disamina della bontà dei diversi sistemi di cifratura, che hanno però un significato di poco più di una scheggia in un dito, di fronte alle circostanze che ci occupano.
Perché a me pare che l’arroganza suicida di certi provvedimenti si possa giustificare solo con una esigenza di urgenza che DEVE pur essere motivata in modo adeguato, volendo supporre che chi governa abbia ancora la cognizione di quello che fa, e che quindi agisca sotto la pressione di forze tali da indurlo ad operare delle scelte che definirei disperate (quelle che normalmente sono definite eroiche, perché vertono sul dilemma “vivere o morire”).
E poiché mi definisco un pessimista, cioè un ottimista con esperienza, mi tocca chiudere esprimendo la debole speranza che, nella concitazione della lotta, questi padroni del mondo non facciano di noi tutti un semplice ricordo.
doct. Alfridius
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