A.A.A.A. cercasi donatori di proprietà intellettuale. Questo il concetto dietro una intrigante iniziativa che tende da un lato a rendere più facile la fruizione e l’utilizzo di opere di autori deceduti e dall’altro di accrescere la consapevolezza di tutti i limiti della legge sul copyright.
L’ Intellectual Property Donor , come segnala Kottke.org , è colui che non ci sta a bloccare tutto quello che ha prodotto per decenni dopo la propria morte, ed anzi vuole che circoli e sia rielaborato, che le proprie opere si imprimano quanto più possibile nell’immaginario collettivo.
L’intento è chiarissimo, come recita il sito dell’iniziativa localizzata negli Stati Uniti, dove la “permanenza” del diritto d’autore dopo la morte è di 70 anni:
“Perché far sì che tutte le tue idee muoiano con te? L’attuale legislazione sul Copyright impedisce a tutti di sfruttare la tua creatività per 70 anni dopo la tua morte. Continua a vivere collaborando con gli altri, fai una donazione di proprietà intellettuale. Donandola al pubblico dominio puoi promuovere il progresso della scienza e delle arti (cfr. Costituzione USA). Assicurati che la tua creatività ti sopravviva, dona subito”.
L’idea, che ricalca quelle portate avanti da lungo tempo dalle associazioni che sensibilizzano sulla donazione degli organi, è di rendere pubblica la propria volontà , ad esempio appiccicando uno specifico disclaimer sul proprio portafoglio, o sulla patente di guida. Simile a quello riportato qui sotto.