Como – Alle volte le idee migliori arrivano dall’università e persino in un paese come l’Italia, in cui sono pochi gli atenei e gli atenei online in grado di mantenere un laboratorio ad alto livello, alcune buone idee arrivano dai laureandi. È successo con IRIS , sistema di rilevazione degli incidenti stradali messo a punto da due studenti come tesi di laurea specialistica in ingegneria informatica presso il Politecnico di Milano, sede di Como .
Emilio Salmeri e Luca Ronchetti hanno ideato e realizzato, con la consulenza delle forze dell’ordine cittadine, l’applicazione web Indagine e Rilevazione degli Incidenti Stradali , in grado di agevolare l’operazione di immissione e revisione dei dati relativi ad incidenti con feriti o deceduti e soprattutto in grado di renderne molto più veloce e pratica la consultazione da parte sia degli utenti che delle forze dell’ordine.
IRIS è al momento in fase di test, le forze dell’ordine di Como la stanno collaudando ma ancora non è stato adottato ufficialmente. Quando questo accadrà, il principale beneficiario sarà l’ ISTAT , che periodicamente si occupa di fornire le statistiche relative alla frequenza, alle motivazione e alle zone degli incidenti. Con IRIS l’istituto di rilevazione riceverà un flusso di dati continuo, nella forma di un file txt, anziché vedersi recapitare mensilmente o trimestralmente, come avviene ore, dei moduli a lettura ottica per ogni incidente. Abbiamo sentito Emilio Salmeri per capire meglio come è stata realizzata e che problemi può risolvere IRIS.
Punto Informatico: Perché per la vostra tesi di laurea avete scelto di costruire un software per monitorare gli incidenti?
Emilio Salmeri: Principalmente perché ci sembrava qualcosa di cui ci fosse molto bisogno, un modo per costruire qualcosa di utile per la comunità. Il nostro territorio infatti, specialmente nei periodi estivi, è interessato da un forte aumento del traffico su strada specialmente dei motociclisti.
PI: Quindi che utilità può avere? Che problemi può risolvere?
ES: Principalmente permette alle forze dell’ordine di comprendere i motivi dell’incidentalità, perché consente di abbreviare il periodo di elaborazione delle statistiche. Cioè se ricevi le statistiche degli incidenti molti mesi dopo che avvengono non capisci che magari accadono in una particolare zona perchè c’è un cantiere o un cartello messo male. Dopo 24 mesi è tardi per fare un’analisi efficace, mentre monitorando tutto online è più facile fare ricerche sull’eccesso di velocità associata all’alcol o alle discoteche ecc. ecc. IRIS non può servire a prevenire gli incidenti ma può aiutare a conoscerli meglio e quindi in questo senso a prevenirli.
PI: In quest’ottica per lo sviluppo avete dovuto collaborare con la polizia?
ES: No no. Lo sviluppo è nostro anche perché loro non avevano le competenze tecniche. Le forze dell’ordine ci hanno guidato nella fase di conoscenza del problema fornendoci elementi di grande aiuto. Ma l’idea è partita anche da loro perché all’inizio il progetto era molto piccolo, poi si è evoluto proprio grazie ai suggerimenti. Il risultato finale insomma è frutto della loro conoscenza del problema e della nostra conoscenza tecnologica.
PI: IRIS vuole migliorare l’attuale conoscenza dei dati relativi agli incidenti stradali, come funziona?
ES: Prima c’è l’inserimento: si inseriscono i dati generali (data, ora, via, manto stradale…), poi i veicoli (targa, tipologia, peso, passeggeri…), poi i pedoni (se ci sono). Una volta confermato l’inserimento, l’applicazione ti dà un codice di protocollo duplice (dell’applicazione e cartaceo). Quando tutto è fatto il documento può essere consultato e modificato direttamente online e con facilità (cosa utile specialmente nel caso di scoperte successive all’archiviazione dell’incidente).
PI: Però è un servizio pensato anche per i cittadini
ES: Sì, ci sono anche funzionalità di contorno come la gestione delle info stradali, la profilazione degli utenti e l’accesso da parte degli stessi alle statistiche relative alla propria zona o da parte delle prefetture alle statistiche del territorio. Chiaramente infine, siccome spesso possono essere molto complesse, ogni query può essere salvata.
PI: Perché farne proprio un’applicazione web?
ES: Perché è 100% compatibile con qualunque client e perchè dalla parte delle forze dell’ordine c’è la possibilità di centralizzare i dati, oltre a consentire l’inserimento e la consultazione contemporanea a più enti, tutto in real time. Anche la manutenibilità ci ha fatto propendere per questa scelta. Abbiamo fatto tutto utilizzando ASP.net e Visual Basic.net su Microsoft SQL Server.
a cura di Gabriele Niola