New Super Mario Bros. Wii è la hit che ha regalato a Nintendo vagonate di quattrini e ha dimostrato le capacità dell’emulatore Dolphin di replicare sui PC opportunamente equipaggiati la piccola console nipponica. Ma soprattutto la nuova iterazione del baffuto idraulico di origini italiane ha portato a una sentenza indigesta per un giovane australiano colpevole di pirateria telematica, che dovrà presumibilmente lavorare per il resto della sua vita al solo scopo di pagare la multa concessa a Nintendo da un tribunale locale.
Protagonista della vicenda è James Burt, 24enne un po’ troppo appassionato di videogame che nei mesi scorsi si è trovato per le mani una copia del gioco regolarmente acquistata nei negozi. New Super Mario è uscito in Australia in anticipo rispetto al resto del mondo, e Burt ha pensato bene di approfittare dell’occasione condividendo un rip del disco originale che è così finito online anzitempo rispetto ai piani di Nintendo.
Proseguendo la sua implacabile politica di contrasto alla pirateria e alla copia non autorizzata dei suoi prodotti, Nintendo ha braccato il responsabile della fuga della copia fino a individuare il giovane trascinandolo in tribunale per violazione del Copyright Act australiano, che vieta espressamente la distribuzione di videogame senza autorizzazione da parte dei proprietari dei diritti d’autore.
Il tribunale ha sentenziato a favore di Nintendo, condannando Burt al pagamento della somma di 1,3 milioni di dollari più 87mila dollari per le spese legali. In una dichiarazione seguente la decisione del giudice, l’azienda nipponica ha comunicato che “perseguirà coloro che proveranno a mettere a rischio la nostra industria con tutti i mezzi disponibili nella legge”.
Ma accanto alla già nota vocazione all’antipirateria di Nintendo rimangono i dubbi sulla equità di una multa estremamente consistente, modellata su presunte “perdite” dovute alla copia illegale circolata in rete che traggono origine da metodi di analisi ignoti .
Alfonso Maruccia