Circa 200 editor di Wikipedia hanno votato la sfiducia nei confronti di un membro del Consiglio d’amministrazione di Wikimedia costretto alle dimissioni . Si tratta di una mossa straordinaria e senza precedenti per la Fondazione che amministra l’enciclopedia libera ed i suoi progetti correlati: in realtà il voto di per sé non ha un valore legale o vincolante, ma in esso la Fondazione può riscontrare la linea guida di cui tener conto per mantenere l’aderenza ai suoi valori fondamentali sanciti dal suo statuto. Per cercare di fare maggiore pressione sulla questione, i firmatari della petizione hanno anche scritto alla presidenza del board.
A far montare la rivolta degli editor è stata la nomina nel consiglio di amministrazione, risalente a qualche settimana fa , dell’ex-Googler (ed attuale vicepresidente con delega alle risorse umane di Tesla Motors) Arnoon Geshuri. Nel presentarlo la Fondazione aveva parlato di “20 anni di esperienza nello sviluppare una forte cultura organizzativa con diversi ed appassionati dipendenti”.
Tuttavia la colpa di Geshuri sarebbe proprio da rintracciare nella sua gestione dei sottoposti nel suo precedente lavoro a Mountain View: qui si sarebbe distinto come una delle figure fondamentali della politica anti-competitiva adottata da Google ed altre aziende ICT che si erano accordate nel non assumere i rispettivi impiegati. Tale rapporto aveva finito per danneggiare il mercato del lavoro nel settore ICT ed ha portato nel 2011 all’esplosione di un caso al termine del quale diverse aziende si sono accordate per risarcire i propri dipendenti.
In particolare, poi, Geshuri sarebbe intervenuto direttamente nella vicenda di un dipendente colpevole di aver mandato il suo curriculum ad Apple. Così, anche se entrando nel board di Wikipedia Geshuri aveva detto di “credere nel potere della conoscenza trasparente ed aperta”, valori portanti per il progetto Wikipedia, gli viene rinfacciato di non aderirvi affatto.
Nonostante la difesa ricevuta dal Consiglio, che lo ha continuato a definire una scelta eccelente, e nonostante lo stesso Geshuri abbia cercato di difendersi riferendo di “aver dovuto spesso aderire alle politiche aziendali” pur avendolo fatto sempre con coscienza e responsabilità, nella giornata di ieri ha deciso di dare le proprie dimissioni.
Claudio Tamburrino