Costi POS 2024: Transazioni, Canone e Commissioni
Nella nuova era dei pagamenti digitali, il POS rimane un elemento indispensabile per gli esercenti. D’altronde la decisione della Commissione europea è chiara: obbligo per negozianti e professionisti di consentire ai loro clienti di pagare con carta di credito, debito o prepagata. Pena una sanzione amministrativa di 30 euro, a cui si somma il 4% del valore della transazione.
Nonostante ciò, in Italia sono ancora in tanti ad essere reticenti alla novità dei pagamenti digitali. Il motivo? I costi del POS. O meglio il costo per ogni transazione col POS.
In questo articolo illustreremo i vari tipi di POS oggi disponibili sul mercato, con i relativi costi. Presenteremo poi un’utile tabella con le migliori offerte a confronto. Nella terza e ultima parte ci concentreremo infine su tutte le spese legate al suo utilizzo, dall’acquisto all’apertura del conto dedicato, oltre al recesso, l’assicurazione e il transato minimo, soffermandoci inoltre sulle commissioni del POS.
Costi POS 2024: le migliori offerte e confronto veloce
Per aiutarvi a prendere una decisione più consapevole abbiamo raccolto le migliori offerte sui POS, per avere una panoramica chiara non solo delle offerte più interessanti disponibili al momento ma anche i costi riferiti a ognuna di loro.
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*17€+IVA al mese per chi incassa fino a 10.000€ all’anno, mentre il prezzo sale a 22€+IVA mensili per chi fattura fino a 30.000€ all’anno. Oltre i 30.000 € di transato viene aggiunto un costo di commissione dell’1% + IVA per l’importo eccedente la soglia dei 30.000 €, da sommare al canone mensile di 22 € + IVA.
Quali tipologie di POS esistono?
Esistono fino a 6 tipologie di POS: il POS fisso, il POS cordless, il POS mobile, il POS smart, il POS GSM/GPRS e il POS virtuale. Ognuno ha le sue caratteristiche peculiari.
Alla categoria dei POS tradizionali rientrano sia il POS fisso che quello senza fili. Entrambi si utilizzano all’interno del punto vendita, con il primo che va posizionato accanto alla cassa, mentre il secondo offre una maggiore libertà (anche se dotato di una base di ricarica che ne limita lo spostamento).
Tutte le altre tipologie di POS rientrano invece nell’elenco dei dispositivi più innovativi. A partire dal POS mobile, che funziona tramite app collegandosi allo smartphone del titolare del negozio.
Lo stesso discorso si estende al POS smart. Tra le sue funzionalità si annoverano il monitoraggio delle transazioni, il loro archivio e la gestione digitale della ricevuta di pagamento. In breve, questa tipologia di POS è in grado di racchiudere le principali funzionalità del registratore di cassa.
Negli ultimi anni si stanno inoltre diffondendo sempre di più i POS GSM/GPRS, chiamati così perché presentano al loro interno una SIM incorporata. Grazie ad essa possono funzionare ovunque, dato che il commerciante non ha bisogno né di una linea telefonica né di una rete Wi-Fi.
Ci sono infine i POS virtuali, vale a dire quei dispositivi impiegati ormai in larga scala dagli e-Commerce. La loro caratteristica più importante è di consentire la transazione via Internet, sul sito stesso del negoziante, con il cliente che può così ricevere la regolare ricevuta.
Qual è il POS più facile da usare? Prima di analizzare nel dettaglio ciascuna voce di spesa, è interessante notare come la maggior parte degli esercenti giudichi il POS mobile come la soluzione ideale per il proprio negozio. Il successo di questa tipologia di POS risiede in particolare in due fattori:
- non necessita di una linea telefonica
- può essere usato anche al di fuori del punto vendita
Innanzitutto, il fatto di essere slegato da una linea telefonica consente al negoziante di risparmiare sui costi da sostenere per il mantenimento di un’offerta telefonica. In secondo luogo, è l’ideale per tutte quelle persone che dopo la pandemia si sono abituate a usufruire dei servizi anche negli spazi esterni al punto vendita.
Non solo però, perché l’utilizzo del POS mobile consente da un lato all’esercente di offrire tutte le principali modalità di pagamento oggi disponibili, dall’altro ai clienti di usare l’opzione di pagamento da loro preferita. A questo proposito, oggi sempre più persone scelgono di pagare tramite smartphone o smartwatch sfruttando le app di pagamento mobile come Google Pay, Apple Pay e Samsung Pay.
Un altro motivo che spinge un numero crescente di commercianti e professionisti a scegliere il POS mobile è l’ampio ventaglio di scelta dei circuiti di pagamento. Si va dai classici PagoBancomat e Maestro per le carte di debito, ai circuiti internazionali Visa, Mastercard, American Express e altri ancora per le carte di credito.
Risulta molto semplice anche il funzionamento stesso del POS: quest’ultimo si collega con l’istituto bancario di riferimento per la transazione dal conto corrente del cliente a quello del negoziante. In genere sono proprio le banche a proporre un POS di riferimento, nonché a stabilire quali circuiti di pagamento internazionali attivare.
Costi POS: tradizionale vs mobile
Quando si parla di costi del POS, una delle domande più frequenti tra gli esercenti è se sia più conveniente il POS tradizionale o quello mobile. Risposta breve: il POS mobile è più economico rispetto al POS tradizionale.
Ad esempio, il POS mobile è più economico rispetto al POS tradizionale già in fase di acquisto. Inoltre, va ad eliminare tutta una serie di spese aggiuntive storicamente associate all’utilizzo del POS fisso, come ad esempio il costo di installazione, il canone mensile di noleggio (o in alternativa di comodato d’uso) oppure il costo legato all’apertura di un conto aziendale.
Un ulteriore vantaggio del POS mobile rispetto al POS tradizionale è dettato dall’assenza di commissioni variabili in base alla carta di pagamento usata dal cliente, al contrario invece del POS fisso, quello cioè che si trova accanto al registratore di cassa. Numerosi POS mobili propongono un’unica commissione, indipendentemente dalla carta di pagamento utilizzata dal cliente per il suo acquisto.
Restando in questo ambito, è altresì importante sottolineare come i contratti associati all’acquisto dei POS mobili siano più vantaggiosi rispetto a quelli dei POS appartenenti ormai alla vecchia generazione. Un esempio su tutti? La possibilità di scegliere tra il pagamento di un canone mensile senza commissioni e di un canone a costo zero con una commissione fissa per ogni transazione. Ciò significa anche utilizzare il POS gratis qualora non vengano effettuate transazioni.
Da ciò si evince come per le piccole e medie imprese quella del POS mobile sia la soluzione più intelligente da prendere. In primis per via dei costi nettamente inferiori rispetto a quelli richiesti dall’utilizzo di un POS tradizionale. Senza poi dimenticare la trasparenza delle offerte online, altro elemento da prendere in considerazione quando si sceglie di acquistare un POS anziché un altro.
Quali sono i costi di un POS?
Quanto costa il POS? Dopo aver confrontato le migliori offerte attualmente disponibili, è il momento ora di passare in rassegna le principali voci di spesa legate a un POS. Dall’acquisto alle commissioni, dall’assicurazione al recesso: a seconda del dispositivo che si sceglie, i costi possono essere diversi, ecco perché è importante conoscerli tutti (in modo da capire su quali riuscire a risparmiare scegliendo un POS anziché un altro).
Acquisto
La prima spesa associata al POS è quella dell’acquisto. Se si prende in esame la media nazionale, l’acquisto di un POS richiede un importo intorno agli 84 euro. Ciò però non significa che tutti i POS siano in vendita a questo prezzo.
Come già accennato in precedenza, i dispositivi più economici sono i POS mobili. Non è un caso, ad esempio, che SumUp Air, il POS che consente agli esercenti e ai professionisti di entrare nel mondo SumUp, costi appena 29 euro. Si tratta peraltro di uno dei migliori POS da impostare sul cellulare. In linea generale, il consiglio per risparmiare è di valutare l’acquisto di un POS di nuova generazione, mettendo invece in secondo piano i POS tradizionali.
Installazione
Il costo di installazione ci permette di riagganciarci al discorso appena fatto qui sopra. Non tutti i POS richiedono una spesa per l’installazione all’interno del punto vendita. Ad esempio, la maggior parte dei POS mobili non prevede una spesa di questo tipo, dato che per diventare operativi necessitano di poche e semplici operazioni.
Tuttavia, ancora oggi molti dei POS in circolazione sono di tipo tradizionale. E sono proprio loro ad avere necessità di un intervento qualificato da parte di un tecnico per l’installazione. Un motivo in più, dunque, per scegliere un POS mobile.
Canone
La voce di spesa del canone è invece comune sia ai POS tradizionali che ai POS mobili. In alcuni casi l’azienda da cui si acquista il terminale richiede un costo fisso per il comodato d’uso, altrimenti noto come noleggio. Nella maggior parte dei casi però si tratta di un vero e proprio canone mensile o annuale fisso. Di solito la spesa varia dai 10 euro ai 50 euro, anche se non mancano le eccezioni.
Il costo del canone o del comodato d’uso è riportato chiaramente sia sul contratto da sottoscrivere al momento dell’acquisto sia sul sito ufficiale della società. Qualora il costo non fosse esposto regolarmente, il consiglio è di preferire altre aziende più trasparenti.
Attivazione
Accanto alla voce di spesa dell’installazione, alcune tipologie di POS obbligano l’esercente al pagamento di un ulteriore costo una tantum: quello dell’attivazione. Tale procedura interessa prima di tutto il dispositivo in sé e in seguito il servizio di pagamento associato.
Quanto può costare l’attivazione del POS? In genere, la spesa si aggira intorno ai 100 euro. Difficilmente si supera tale somma, che va in ogni caso a gravare ulteriormente sul budget del commerciante o del professionista titolare del negozio.
Così come visto in precedenza, non tutte le tipologie di POS richiedono un costo di attivazione. Per citare il solito esempio, la maggior parte dei POS mobili non richiedono alcun tipo di costo.
Apertura conto dedicato
Nell’elenco dei costi del POS rientra quello di un conto dedicato per usufruire del servizio. Costi che in questo caso fanno riferimento sia all’apertura di un nuovo conto corrente aziendale sia alla sua gestione.
In ogni caso, tale pratica riguarda quasi esclusivamente i POS tradizionali, associati nella maggior parte dei casi a istituti bancari classici.
Tutto questo discorso non vale invece per i POS di nuova generazione, vale a dire i dispositivi mobili. Questi consentono infatti di ricevere gli accrediti direttamente sul conto corrente già esistente.
Commissioni (fissa o percentuale)
Le commissioni del POS sono la voce di spesa che più preoccupa esercenti e professionisti senza distinzione. Le commissioni possono essere di tipo fisso o percentuale, a seconda del contratto che si sottoscrive all’inizio. Nella maggior parte dei casi, si paga una commissione fissa dell’1% su ciascuna transazione.
Alcuni contratti prevedono la possibilità di scegliere se pagare un canone mensile prestabilito oppure una commissione fissa, sulla base di determinate condizioni da rispettare (di solito c’è un importo massimo di transato da non superare).
Transato minimo
In aggiunta alla commissione base, alcune aziende prevedono il pagamento di una commissione fissa se si supera un certo incasso o sul transato minimo. Si tratta di una spesa extra che può andare a incidere in maniera importante sulla spesa associata al POS a fine anno.
È anche vero però che è una spesa richiesta soltanto da certe compagnie, non tutte. Quindi anche in questo caso è sufficiente fare un confronto tra più offerte e scegliere quella dove non è presente tale voce di spesa.
Maggiorazione carte estere
Un discorso analogo può essere fatto per la spesa aggiuntiva riguardante le carte estere. A seconda del contratto stipulato, un esercente può pagare un costo di commissione maggiorato qualora il cliente utilizzi una carta di pagamento che opera su un circuito internazionale.
Anche in questo caso però va fatto un distinguo. La maggiorazione sulle carte estere non è la regola, ciò significa che non tutte le compagnie prevedono una spesa extra. Ad esempio, molte aziende che offrono POS mobili fanno pagare un’unica commissione sulle transazioni, sempre uguale, indipendentemente dalla carta e dal suo circuito.
Assicurazione, smarrimento o furto
Nell’eventualità si riceva un POS in comodato d’uso, cioè a noleggio, l’esercente è responsabile sia del furto che dello smarrimento. Per questo motivo, nella stragrande maggioranza dei casi le stesse aziende richiedono la stipula di un’assicurazione, il cui costo va ad aggiungersi alla lista delle altre spese.
Esiste comunque un modo semplice per non pagare alcun tipo di assicurazione: l’acquisto del POS. Anche in questa situazione le compagnie che propongono un’offerta con un POS mobile quasi sempre prevedono l’acquisto del dispositivo fisico dietro il pagamento di una piccola somma di denaro.
Assistenza tecnica
Oltre che per il furto e lo smarrimento, le compagnie che rilasciano il POS in comodato d’uso possono richiedere al cliente la stipula di un’assicurazione per coprire le spese legate alla riparazione di eventuali problemi tecnici del dispositivo.
Per risparmiare su questa voce di spesa, la soluzione migliore è acquistare un POS di nuova generazione. Così facendo, nessuna compagnia potrà richiedere al negoziante di pagare per un’assicurazione che copra le spese per l’insorgere di problemi di natura tecnica.
Recesso
Prima di firmare qualsiasi tipo di contratto, occorre prestare infine attenzione alla voce Recesso. Diverse compagnie fornitrici di POS prevedono dei periodi minimi di permanenza. Ciò significa che chi trova un’offerta più conveniente prima della fine del contratto, dovrà per forza di cose pagare una penale fino a un massimo di 200 euro.
Anche in questo caso però il rimedio è semplice: acquistare un POS da una compagnia che non impone alcun vincolo contrattuale. Che ti dà cioè la libertà di decidere quando iniziare a usufruire del suo servizio e quando andare via, senza il pagamento di alcuna penale.
Conclusioni
Oggigiorno il POS è divenuto uno strumento indispensabile per i titolari di qualsiasi attività. Non solo per la diffusione dei pagamenti digitali, ma anche perché è obbligatorio accettare il pagamento con carta di credito, debito e prepagata, oppure con smartphone e smartwatch tramite le app Google Pay, Apple Pay e Samsung Pay (tanto per citare quelle più famose).
Nessun dispositivo è gratis, vero, ma i dispositivi di nuova generazione – e con questo termine ci riferiamo a quelli mobili – consentono di ottenere un sensibile risparmio sui costi del POS.
Ecco perché è importante confrontare più offerte da diverse compagnie per scegliere quella che meglio risponde alle esigenze della propria attività, riuscendo a risparmiare un bel gruzzolo rispetto all’acquisto di un POS tradizionale.