Scottsdale (USA) – In-Stat , società statunitense specializzata in ricerche di mercato e consulenze nel settore IT, ha reso noti i dati della sua ultima indagine riguardante i costi produttivi di Intel . Ebbene, il costo medio di un chip non supera, stando agli esperti, i 40 dollari , un cifra che è rimasta praticamente inalterata negli ultimi due anni. Per comprendere la reale portata di questo dato basti considerare che il prodotto entry level attualmente disponibile sul mercato, il Celeron D, viene commercializzato a 69 dollari mentre il top level PC Pentium Extreme Edition 3.73GHz costa 999 dollari.
Gli analisti statunitensi hanno deciso, però, di non calcolare le spese inerenti allo sviluppo, il marketing e gli investimenti per le infrastrutture – responsabili dell’aumento dei volumi e della la velocità produttiva. Con la riduzione delle dimensioni dei chip, inoltre, Intel è riuscita a rendere più efficiente l’utilizzo dei singoli wafer di silicio. Un po’ come sta già avvenendo – in maniera contraria – nel settore LCD e Plasma, dove la ricerca sta riuscendo a realizzare pannelli-madre in fibra di vetro sempre più grandi, che permettono il ritaglio di più schermi.
In questo momento le fabbriche con capacità produttive a 90 nanometri sono tre, ma entro la fine 2006 saranno già disponibili almeno 4 nuove strutture a 65 nanometri. Il solo passaggio al modello produttivo a 90 nm ha permesso dal 2004 un risparmio sui costi calcolato in quasi 1 miliardo di dollari ; quello a 65 nm, quindi si trasformerà in un ulteriore e decisivo sconto per le casse di Intel.
“Intel è uno dei pochi produttori in grado di continuare a spingere lo sviluppo senza preoccuparsi dei competitor, e utilizza la sua tecnologia e capacità produttiva come elementi chiave della sua forza”, ha confermato Jim McGregor, analista presso In-Stat.
La leadership di Intel nel settore della produzione dei semi-conduttori poggia su solide basi, che In-Stat ha individuato negli incredibili introiti registratati negli ultimi anni. Nel 2004 il reddito complessivo ha toccato quota 34,2 miliardi di dollari , tre volte di più rispetto al secondo diretto concorrente Samsung . Grazie a questi risultati, Intel è in grado di investire fra 4 e i 6 miliardi di dollari nella capacità produttiva, realizzando nuovi impianti e non facendosi mancare le migliori apparecchiature presenti sul mercato.
Intel non ha voluto commentare l’indagine di In-Stat anche perché, come ha sottolineato Laura Anderson, portavoce dell’azienda, “(…) le informazioni riguardanti il costo per chip sono ad uso interno e non per il pubblico (…)”.
Dario d’Elia