Dopo l’incidente mortale che ha coinvolto Joshua Brown e la sua Tesla Model S a guida “semi-automatica”, le autorità tedesche si portano avanti con il lavoro e propongono l’installazione di una “scatola nera” universale per tutte le autovetture in grado di guidarsi da sole.
La proposta arriva dal Ministro dei Rrasporti del governo federale teutonico, prevede che la libertà di circolazione delle auto robotiche sia vincolata alla presenza di un guidatore umano dietro i comandi – magari con le mani ben ferme sullo sterzo? – e che i sistemi di bordo registrino un “log” dettagliato delle condizioni di guida.
L’approccio della scatola nera cozza in parte con quanto fatto da Tesla, che preferisce registrare i suddetti log in remoto tenendo la flotta di autovetture dei clienti connessa ai propri server per via telematica. E proprio dai log in remoto di Tesla è arriva nei giorni scorsi una novità importante, in un diverso incidente – questa volta molto meno grave – che ha coinvolto un SUV della linea Model X, visto che a quanto sostiene la corporation statunitense al momento dell’incidente la funzionalità di guida assistita non era attiva .
L’autopilota non avrebbe responsabilità nell’impatto con il guardrail avvenuto in Pennsylvania, anche se le indagini sono ancora in corso ed è presto per trarre conclusioni affrettate. Intanto lo scalpore destato dall’incidente con autopilota continua a far discutere, tra chi come Consumer Reports suggerisce modifiche alla tecnologia per renderla più sicura – a partire dall’abolizione del termine autopilota, generatore di un senso di falsa sicurezza nei clienti – e chi come NASA parla degli enormi problemi che la tecnologia di guida automatica su strada dovrà affrontare nel prossimo futuro .
La sperimentazione sempre più attiva delle auto robotiche da parte delle case automobilistiche non si ferma in ogni caso, e Mercedes-Benz può ora vantare un percorso di 20 km compiuto da un bus autonomo nel traffico cittadino tra l’aeroporto Schiphol di Amsterdam, nei Paesi Bassi, e la vicina città di Haarlem.
Alfonso Maruccia