Si chiama T-Index ed è una speciale classifica recentemente stilata dall’agenzia di traduzione online Translated. Un indice statistico, sviluppato con il preciso obiettivo di capire quali siano attualmente le lingue che più contano sul web. Identificando un valore percentuale che indichi la quota di mercato di ciascun idioma su Internet, arrivando ad una classifica di quelli con maggior potenziale d’acquisto .
Nello specifico, l’algoritmo di T-Index ha combinato ciascuna popolazione nazionale di Internet con il relativo Prodotto Interno Lordo (PIL) pro capite. Ottenendo così una stima del potere d’acquisto di ogni lingua presente sul web. Stima che aiuterà – almeno secondo un comunicato di Translated – ad individuare gli idiomi ideali da impiegare per raggiungere i netizen interessati ad acquistare beni, servizi o spazi pubblicitari .
In cima a questa classifica si è così posizionato l’inglese – con un T-Index del 34,5 per cento – che può attualmente contare su una popolazione di Internet pari a 400 milioni e un PIL pro capite di quasi 45mila dollari . Al secondo posto il cinese semplificato, forte della più vasta comunità di utenti al mondo. A completare il podio la lingua spagnola, con un valore percentuale T-Index del 7,4 per cento.
Queste tre lingue sarebbero dunque sufficienti per superare il 50 per cento del potenziale d’acquisto mondiale , mentre con le prime dieci – tra queste tedesco, francese e giapponese – si arriverebbe ad una copertura pari all’81 per cento. L’italiano si è invece piazzato all’undicesimo posto in classifica, con un valore percentuale pari al 2,4 per cento e una popolazione di Internet di circa 30 milioni.
I responsabili di Translated hanno infine sottolineato come il T-Index rappresenti un valore potenziale : “Paesi come la Cina risultano avere un potenziale enorme solo per chi commercializza prodotti o servizi in grado di adattarsi al mercato locale e che riescano a superare la censura Internet” spiegano gli autori della classifica.
Mauro Vecchio