Aveva tenuto sotto scacco la città di San Francisco nel luglio del 2008: l’admin Terry Childs deteneva l’unica password valida per accedere al network interno dell’amministrazione locale. E l’ha tenuta in ostaggio per giorni, rifiutandosi di consegnarla ai propri superiori: aveva ceduto solo di fronte al sindaco, dietro le sbarre del carcere. Childs dovrà scontare quattro anni di carcere, lo ha deciso il giudice Teri Jackson.
Bloccato in prigione da una cauzione stratosferica, pari a 5 milioni di dollari, sull’amministratore di San Francisco pendevano in principio quattro capi d’imputazione: erano poi stati ridotti ad una sola accusa, quella di essersi rifiutato di consegnare la password e di aver tenuto sotto scacco dati potenzialmente fondamentali, quali quelli attinenti all’operato delle forze dell’ordine.
Verrà punito con 4 anni di carcere , è stato ora stabilito. Childs ha già trascorso oltre 750 giorni dietro le sbarre: l’avvocato dell’amministratore di San Francisco conta nel fatto che il suo assistito sconterà i prossimi sei mesi, per poi essere trasferito in regime di libertà vigilata. Resta da decidere l’entità del risarcimento: Childs potrebbe dover restituire all’amministrazione cittadina 900mila dollari, quanto è stato necessario investire nei tentativi di riguadagnare il controllo dell’infrastruttura.
“Sembrava fosse in preda a una specie di paranoia, soprattutto dopo che ha avvertito che ci sarebbero stati dei cambiamenti nell’organizzazione del lavoro – ha ricostruito uno dei giurati, un tecnico che ricopre una posizione simile a quella ricoperta da Childs – credo che le misure di sicurezza che ha messo in campo non fossero volte a prevenire eventuali attacchi dall’esterno ma ad evitare che qualcuno potesse farlo fuori”. “È un uomo di grande carattere”, così l’avvocato di Childs ha definito il proprio assistito.
Gaia Bottà