L’autonomia del cellulare scarseggia? Proprio quando la batteria sta per lasciare un utente “a piedi”, è il caso di fare quattro passi e anche qualcuno di più. Con una passeggiata, infatti, oggi è possibile ricaricare la batteria del telefonino. Come? Grazie a una ginocchiera.
Il suo nome è Biomechanical Energy Harvester e, ovviamente, è qualcosa di più di un ausilio ortopedico. Così come la dinamo della bicicletta permette di sfruttare l’energia cinetica per trasformarla in energia per alimentarne le luci di posizione, questo dispositivo consente di convertire il movimento delle gambe in corrente elettrica utile a ricaricare la batteria di un cellulare, di un player multimediale o di un altro dispositivo portatile.
Su Science si legge che questa speciale ginocchiera pesa 1,6 kg e può fornire energia a tutti i dispositivi elettronici in virtù di un principio analogo a quello sfruttato dalle auto ibride, in grado di ricavare energia dal funzionamento degli impianti di frenata e dal momento della decelerazione. È in pratica il principio del freno rigenerativo , che consente di sfruttare l’energia che un mezzo disperde durante il rallentamento: l’energia che viene recuperata può essere accumulata in una batteria ricaricabile.
J.M. Donelan, direttore del laboratorio di locomozione della Simon Fraser University , in Canada, ha effettuato prove con sei volontari, rilevando che con questo dispositivo è possibile generare una potenza di 5 watt, sufficiente ad alimentare dieci telefonini. Per fare un esempio pratico, Donelan ha spiegato che con un solo minuto di camminata è possibile fornire energia sufficiente ad una telefonata di circa 30 minuti.
Se è più immediato far comprendere l’utilizzo di questo accumulatore di energia biomeccanico con l’esempio dei cellulari, va però precisato che la sua applicazione può essere estesa ad altri campi, da quello sportivo a quello militare, per dare energia alle apparecchiature in zone dove non è possibile disporre di generatori di corrente elettrica, passando per l’ambito medico, ad esempio per i pazienti che portano protesi che richiedono un’alimentazione, o per elettrostimolatori cerebrali per chi è affetto dal morbo di Parkinson.
“Questa tecnologia è molto vicina al concetto di libertà” ha spiegato Yad Garcha, CEO di Bionic Power , l’azienda che produce il dispositivo: “Liberiamo le persone dal peso, dal disagio, dalla preoccupazione di dover utilizzare batterie. Apre nuove frontiere a militari, disabili, e ad altre persone che dipendono dalla disponibilità di energia portatile . E ci stimola a immaginare nuovi prodotti, che prima non era possibile realizzare”.
Al pari di altri prodotti studiati con il medesimo intento , la tecnologia di questo dispositivo può fare ancora… qualche passo avanti: portare sulla gamba una “ginocchiera” da oltre un chilo e mezzo non comporta certo uno sforzo disumano, ma non è nemmeno una piuma, e se la persona che la porta con sé è un bambino, o non ha comunque una muscolatura sviluppata, a lungo andare (e camminare) potrebbe risentire del peso supplementare. A meno che non si colga l’occasione per rinforzare i muscoli delle gambe…
Dario Bonacina