Quel profilo è mio e ci guadagno io

Quel profilo è mio e ci guadagno io

Gli utenti di Facebook trasformano la propria popolarità, e le proprie relazioni, in una fonte di profitto. Più amici hai più soldi fai. Facebook, però, non becca un dollaro
Gli utenti di Facebook trasformano la propria popolarità, e le proprie relazioni, in una fonte di profitto. Più amici hai più soldi fai. Facebook, però, non becca un dollaro

Facebook non saprà ancora come tirar su i miliardi ma i suoi utenti sì: hanno iniziato a inserire spot e banner nei propri profili, e i profitti non vanno certo al portalone.

A garantire il compenso, segnala il New York Times , è Weblo , network pubblicitario canadese che inocula bannerini nelle pagine personali degli utenti. La retribuzione? Analogamente ad altri servizi che fanno leva sul desiderio di profitti di molti netizen, è proporzionata alla popolarità degli utenti e alla vastità dell’audience che il gestore di ogni profilo è in grado di garantire agli inserzionisti.

A guadagnare, finora, sono 1500 utenti di Facebook: da ottobre ad oggi la popolarità del servizio è cresciuta a ritmi serrati. Coloro che gestiscono blog, profili personali su portali di social networking, profili sui servizi di video sharing sono invitati a calcolare il proprio InterNET Worth , il valore della propria attività in rete. Per la stima vengono buttate nel calderone numerose variabili, dal numero di impression alle diramazioni della rete sociale che ruota intorno al profilo, dalla frequenza con cui si aggiornano i contenuti alla popolarità calcolata da Alexa .

Decretato il valore della propria attività online, è possibile fare richiesta per entrare a far parte del network di Weblo. Verrà generata automaticamente una stringa di codice da inserire nel proprio profilo per iniziare a mitragliare spot forniti dagli inserzionisti e cominciare a dividere i guadagni con Weblo.

Ma nonostante il numero crescente dei netizen capaci di convertire in denaro le proprie relazioni sociali, nonostante le retribuzioni di Weblo possano spingere nuovi utenti a prendere parte alla conversazione dei social network, l’incaricato di gestire la privacy di Facebook, Chris Kelly, ha opposto il veto della piattaforma .

Facebook non vuole che il profilo degli utenti sia troppo carico e stipato , tanto più che chi realizza widget può già ottenere dei profitti pubblicitari, ma solo negli spazi dedicati.

Ma se la questione ruota intorno all’affollamento della pagine personali, Rocky Mirza, a capo di Weblo, ha rassicurato Facebook: la pubblicità di Weblo si colloca con discrezione in una sezione della pagina e “ovviamente Facebook, fornendo l’infrastruttura continuerà a posizionare annunci pubblicitari sul lato sinistro delle pagine”.

Se invece la rivendicazione di Facebook dovesse fondarsi sul desiderio di far fruttare in esclusiva la partecipazione degli utenti, Mirza oppone un’altra argomentazione: come Facebook rivendica il diritto a essere retribuito per il servizio offerto agli utenti, anche gli utenti dovrebbero ottenere dei riconoscimenti per aver animato Facebook, una infrastruttura ancora alla ricerca di un modello di business .

Gaia Bottà

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Pubblicato il
10 dic 2007
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