C’è un nuovo compagno d’avventura per AccuRobAs, il robochirurgo presentato in Italia in questi giorni. Alcuni medici di Calgary (Canada) hanno rimosso con successo un tumore al cervello di una paziente di 21 anni grazie all’intervento di NeuroArm , il nuovo robot specializzato in neurochirurgia.
Armati di monitor e controlli remoti non dissimili da quelli dei videogame, i dottori hanno guidato il robot, dotato di due particolari “braccia” e lo hanno guidato sulla massa cerebrale di Paige Nickason in un’operazione durata nove ore, durante la quale hanno asportato un tumore a forma di uovo. La notizia si è rapidamente sparsa tra i pazienti in attesa di intervento e l’ Università di Calgary ne ha già in lista numerosi.
Pur non potendo sostituirsi del tutto alla “destrezza” umana, NeuroArm dà la possibilità di calibrare le manovre di intervento in maniera estremamente precisa. La mano umana è in grado di compiere microspostamenti non inferiori a 1-2 millimetri , mentre NeuroArm può dosarli compiendone di molto più piccoli: 50 micron (0,05 millimetri) e questa capacità – secondo i ricercatori – offre all’operazione chirurgica un’invasività nettamente inferiore rispetto alla mano umana.
Il robot è stato progettato e costruito da MacDonald Dettwiler and Associates , la stessa società che ha prodotto Canadarm e Canadarm2 , la tecnologia per braccia robotiche impiegate in missioni spaziali.
Secondo Garnette Sutherlan, professore di neurochirurgia dell’Ateneo, “l’operazione rappresenta il raggiungimento di un nuovo traguardo, quello dell’uso di tecnologia robotica assistita da risonanza magnetica”. Il NeuroArm, infatti, viene descritto come il primo robot al mondo a poter operare nonostante i forti campi magnetici prodotti da uno scanner RMN.
Nickason, mamma di un bimbo di due anni, è chef professionista e il tumore di cui era affetta colpiva il senso dell’olfatto, essenziale per il suo lavoro. Dopo le nove ore di intervento, svoltosi lunedì scorso, è tornata rapidamente a casa lo stesso mercoledì. Affetta da neurofibromatosi , non è il primo intervento che subisce: due mesi fa i medici le avevano asportato un tumore delle stesse dimensioni nella parte posteriore del cervello. Stavolta, la proposta dell’intervento con robot: “Avevo paura, all’inizio – dice la paziente – ma ho fiducia nei miei dottori e so che mi avrebbero tenuta al sicuro”. Purtroppo la patologia da cui è affetta la paziente provocherà una continua insorgenza di nuove formazioni tumorali – spiega Times Colonist – ma il rischio è limitato se le nuove formazioni sono individuate e rimosse per tempo.
I genitori e in particolare il padre della paziente, Rob Nickason, sono felici. “Tutto questo ha il potenziale per aiutare centinaia di migliaia di persone”, ha detto il padre della giovane: i genitori sono stupiti per l’intraprendenza dimostrata dalla ragazza ma sono raggianti, sia per il successo dell’operazione che per il fatto che la figlia sarà ricordata nella storia della medicina.
“Per anni abbiamo sperato che la robotica assumesse un ruolo di rilievo nella neurochirurgia”, ha detto in un comunicato il dottor Peter Black, professore di di neurochirurgia presso la Harvard Medical School . “Speriamo vivamente nell’adozione di questa tecnologia anche in altri campi”.
Marco Valerio Principato
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