Quel video sembra una fotografia

Quel video sembra una fotografia

Una tecnologia che consente di manipolare i video con semplicità. L'utente sceglie cosa fare, il computer fa il lavoro di manovalanza. Ci lavora Adobe
Una tecnologia che consente di manipolare i video con semplicità. L'utente sceglie cosa fare, il computer fa il lavoro di manovalanza. Ci lavora Adobe

Scritte in sovrimpressione che si muovono dinamicamente , oggetti che si spostano in nuove posizioni senza che lo sfondo ne venga in alcun modo influenzato. Queste solo alcune delle possibilità di video-editing espresse da nuovi tool sperimentali che stanno catturando l’attenzione di esperti e non. Un’operazione che può rivelarsi complicata si può invece trasformare in una passeggiata: chi si trova davanti allo schermo non dovrà fare altro che dire al computer cosa vuole e come lo vuole, alla manipolazione fotogramma per fotogramma ci penserà la macchina .

Al progetto per la creazione di un nuovo strumento di questo tipo ci lavora Adobe, insieme alla Università di Washington , sotto la dicitura Interactive Video Object Manipulation . L’idea, illustrata dal ricercatore e grafico per il cinema ( ha lavorato anche per la ILM di Lucas) Dan Goldman , è quella di rendere l’intera operazione più intuitiva e per certi versi simile al fotoritocco: sotto il cofano di una futura versione di After Effects (il software Adobe che viene utilizzato per le postproduzioni) potrebbero celarsi molti degli algoritmi mostrati, che renderebbero più veloce la manipolazione dei filmati sia dal punto di vista pratico – con tempi di lavorazione più brevi – sia dal punto di vista velocistico – pochi secondi di elaborazione.

Per sistemare su un oggetto in movimento quelli che Goldman chiama “graffiti”, ad esempio, non bisogna fare altro che pescare un fotogramma qualsiasi del filmato e definire una zona attiva: inserito il testo che si desidera far comparire nel video, ci pensa il computer a modificare ogni singolo fotogramma per integrare la scritta dove desiderato. Un operazione che, se svolta a mano, richiede diversi minuti e richiede di analizzare e manipolare un frame alla volta.

Allo stesso modo, Goldman mostra come è possibile far tracciare al software la traiettoria di un individuo in un filmato – automaticamente – oppure come dei baloon (fumetti) possano essere abbinati ai volti di due attori in una sequenza, seguendoli durante i loro spostamenti. Il segreto, svela il ricercatore, è una tecnica di analisi del video che viene svolta all’atto dell’acquisizione: l’intera sequenza viene spezzettata in migliaia di punti , il cui movimento viene elaborato e assegnandoli alle diverse figure o oggetti presenti.

La tecnica, spiega ancora Goldman, non è perfetta ma consente di raggiungere risultati interessanti: ad esempio un singolo elemento di una immagine può diventare un punto di controllo attraverso il quale dare vita ad una sorta di teatrino delle marionette . La registrazione di un viso umano che passa tra diverse espressioni può essere utilizzata per ottenere in sequenza diversi atteggiamenti del soggetto, e più punti attivi possono garantire risultati molto precisi: un passo avanti in più verso la creazione di avatar digitali sempre più realistici?

L’ultima delle chicche mostrate da Goldman, tutte ancora materiale da laboratorio che potrebbe non arrivare mai a vedere la ribalta del mercato consumer, riguarda la possibilità di catturare delle foto da un filmato: invece di doversi accontentare di un fotogramma frutto di un compromesso, si può invece costruire il proprio fotogramma ideale raccogliendo le migliori inquadrature (purché appartengono alla stessa sequenza) del proprio girato. In pochi secondi si realizza un lavoro che richiederebbe parecchi minuti su Photoshop.

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Pubblicato il
2 dic 2008
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