Gli esperti di robotica della Harvard University guidati da George M. Whitesides hanno realizzato un nuovo robot flessibile dalle fattezze di una stella marina, capace di muoversi rasente il suolo e di infilarsi in pertugi altrimenti impossibili da raggiungere ed esplorare.
Il team di Harvard si è ispirato alla natura – e in particolare a quegli esseri viventi privi di uno scheletro osseo come calamari e stelle marine – per ideare un design di mini-robot flessibile adatto per operazioni di esplorazione in condizioni più che impossibili.
Il risultato è un drone di circa 13 centimetri composto da materiale plastico, dotato di quattro propaggini (controllabili separatamente) e capace di modificare il proprio assetto e la propria andatura grazie all’aria pompata dall’esterno. Il drone striscia , si muove in avanti e si appiattisce quando c’è da passare attraverso una fessura alta pochissimi centimetri dal suolo.
L’obiettivo è naturalmente realizzare robot autonomi o controllati da remoto capaci di deformare la propria struttura in modo sufficiente da essere impiegati in scenari come la ricerca di superstiti dopo i terremoti o l’esplorazione di terreni pericolosi sui campi di battaglia.
Prima di raggiungere lo scopo, naturalmente, i ricercatori di Harvard dovranno aggiustare le molte pecche che affliggono il loro prototipo: la scarsa velocità di movimento, certo, ma soprattutto la dipendenza del drone flessibile da un “cordone ombelicale” che ne governa i movimenti impartiti manualmente o tramite computer.
Alfonso Maruccia