È lo strumento attraverso cui il worm Conficker sta mietendo grossa parte delle sue vittime. Approfittando di una banale distrazione, spinge gli utenti a cliccare sull’icona sbagliata eseguendo così il suo codice malevolo: il risultato è una infezione che non si riesce a debellare, nonostante la cura esista da un pezzo. E il problema è che le istruzioni per disabilitare l’Autorun, lo strumento buono trasformato in arma cattiva, erano sbagliate: o forse no.
A segnalarlo è stato il CERT , il team statunitense del Department of Homeland Security che si occupa di sicurezza informatica: inserendo all’interno di una chiavetta o di un CD un apposito file Autorun.inf opportunamente realizzato si può spingere il malcapitato di turno ad eseguire involontariamente del codice indesiderato. La soluzione è, ovviamente, disabilitare l’Autorun : il problema è che le procedure per farlo parrebbero essere inefficaci.
Il CERT descrive due diversi modi per tentare di bloccare l’esecuzione automatica all’atto dell’inserimento di un CD o del collegamento di una periferica esterna di archivio. In entrambi i casi occorre andare a modificare una voce del registro di sistema, Autorun e NoDriveTypeAutorun : in entrambi i casi, tuttavia, la procedura illustrata dal sito Microsoft sembrerebbe non avere gli esiti sperati . Per questo l’ente a stelle e strisce ha elaborato un workaround, vale a dire un metodo alternativo per risolvere il problema.
Il problema, in realtà, sarebbe limitato alle macchine che montano Windows 2000, Windows XP e Windows 2003 Server. Per i più recenti Vista e 2008 Server, infatti, Microsoft ha da tempo rilasciato un aggiornamento automatico che risolve il problema consentendo di disabilitare l’Autorun. Per tutti gli altri è invece necessario installare manualmente una patch che corregge il problema: patch che è presente da tempo, ma che evidentemente era sfuggita al CERT.
Microsoft, da parte sua, non ha potuto fare altro che segnare la patch in questione all’ente USA , che ha provveduto ad aggiungere un update al termine del suo bollettino.
Luca Annunziata