Su Marte le ricerche continuano ed in questi giorni, secondo quanto comunicato dall’Agenzia Spaziale Italiana, si concentrano in modo particolare su un aspetto fondamentale per la sopravvivenza dell’Uomo su suolo marziano: la difesa dalle radiazioni.
Le radiazioni su Marte
Il pianeta Terra ha due importanti salvaguardie rispetto alle minacce che provengono dall’Universo. La prima, la più nota, è l’atmosfera, la cui densità è tale da proteggere ad esempio da gran parte delle meteore che minacciano la superficie. La seconda, non certo per importanza, è il campo magnetico che circonda il globo e che funge da deflettore per ulteriori minacce quali le radiazioni provenienti dalle stelle più vicine (in primis il Sole). Di qui l’importanza di capire come ci si possa difendere su Marte, dove l’atmosfera è estremamente rarefatta e dove le radiazioni giungono al suolo senza filtri che ne attutiscano la portata.
Secondo quanto rilevato dal “Rad” di cui è equipaggiato il rover Curiosity, per ottenere una parziale protezione dalle radiazioni è sufficiente sfruttare rocce e grotte presenti sul pianeta marziano. Questa semplice protezione naturale, infatti, già filtra del 7,5% le radiazioni in arrivo, cifra che potrebbe salire se ci si lavorerà adeguatamente sopra.
Radiazioni marziane, test in corso per @MarsCuriosity https://t.co/2ar4sCDigY pic.twitter.com/2mI6EyuXLF
— Agenzia Spaziale ITA (@ASI_spazio) November 17, 2021
Sebbene non si possa lavorare contro natura, insomma, ci sono i margini per arrivare ad una protezione naturale rispetto alle radiazioni provenienti dal Sole: alcuni campioni di tute spaziali sono state portate su Marte da Perseverance proprio per analizzarne la tenuta e comprendere quale possa essere il tasso di rischio a cui i futuri astronauti diretti su Marte potrebbero essere esposti.