In una nota, la Federazione della musica italiana FIMI afferma che la recente sentenza della Cassazione (n. 000626/2007) chiarisce in modo definitivo che alle radio italiane non è sufficiente pagare il diritto d’autore raccolto dalla SIAE, è loro dovere pagare anche i “diritti connessi” ai discografici.
La Terza Sezione Penale della Cassazione ha infatti stabilito che – dice FIMI – “la diffusione di musica registrata senza aver versato i diritti connessi alle imprese discografiche per la riproduzione dei brani musicali, in questo caso rappresentate da SCF, Società Consortile Fonografici, viola la legge sul diritto d’autore e assume rilevanza penale”.
La Cassazione, che ha respinto il ricorso del legale rappresentante di una emittente di Reggio Emilia che aveva subito un sequestro da parte della Guardia di Finanza per violazione dell’articolo 171 ter della legge sul diritto d’autore in quanto aveva riprodotto brani musicali in assenza di quel pagamento, ha stabilito infatti – sottolinea FIMI – “che il versamento dei diritti d’autore a SIAE non è sufficiente per disporre dell’autorizzazione a trasmettere musica registrata da parte di un emittente radiofonica ma è necessario versare i diritti connessi anche ai titolari dei diritti fonografici che dispongono di un diritto esclusivo di riproduzione distinto da quello degli autori, così come stabilito dalla legge”.