Roma – Trent’anni di storia, di lavori parlamentari, congressi politici, casi giudiziari, scandali dell’intelligence, interviste, dichiarazioni, denunce: il materiale raccolto con certosina pazienza da Radio Radicale, la storica emittente politica romana, è ora disponibile online sul sito RadioRadicale.it , attivo dal 1998, grazie alle Creative Commons .
“Le licenze Creative Commons – si legge in un comunicato diffuso ieri – rappresentano per Radio Radicale uno strumento importante per ampliare le possibilità di realizzazione del suo obiettivo storico: quello di consentire l’effettiva realizzazione del principio di pubblicità dei momenti decisionali democratici, di promuovere l’accesso del maggior numero di persone alla conoscenza diretta degli eventi politici e di contribuire alla libera circolazione delle idee”.
I promotori della Radio, che ha adottato, in particolare, la licenza Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo 2.0 , si sono detti “consapevoli che libera circolazione dell’informazione, nell’era di internet e del digitale, significa possibilità di copiare, riprodurre, distribuire e utilizzare per la realizzazione di opere derivate” e che per questo “abbiamo assunto la decisione di mettere a disposizione su internet tutto il nostro archivio video, e progressivamente anche l’archivio audio” in modalità copyleft .
Nella nota, la Radio prende anche una posizione netta sulla necessità di un nuovo diritto d’autore . “Le potenzialità creative del mondo digitale, e il carattere collaborativo e aperto della rete – conclude infatti la nota – necessitano di una regolamentazione del diritto d’autore che non freni l’innovazione e la creatività, pur garantendo agli autori alcuni diritti”.
Uno degli aspetti più interessanti delle dichiarazioni di Radio Radicale riguarda però l’avvio della realizzazione di un software open source , per ora denominato Radical Media Peer .
Il nuovo client di peering, spiegano i suoi promotori, “consentirà la condivisione di file audio e video su reti p2p, compresi quelli provenienti dall’archivio di Radio Radicale, e l’immissione di contenuti multimediali sui server di www.radioradicale.it “. Una operazione che si ispira esplicitamente agli ultimi annunci della britannica BBC .