I Radiohead come i leggendari Beatles. Nel 1966 i Fab Four decisero di tenere la loro ultima esibizione dal vivo, preparandosi a sconvolgere la musica popolare con album – e solo con album – tra i più innovativi mai ascoltati. Più di quarant’anni dopo, la band di Oxford ha fatto una scelta che non piacerà affatto alle grandi major: il sound dei Radiohead passerà solo ed esclusivamente attraverso singoli messi a disposizione online per il download .
Ad annunciare l’ennesimo esperimento del gruppo britannico è stato il leader Thom Yorke, insolitamente loquace ad un tavolo dell’albergo Chateau Marmont di Hollywood. Il cantante e chitarrista ha rilasciato un’intervista alla rivista musicale statunitense The Believer , spiegando a chiare lettere che la musica del suo collettivo non verrà più registrata tra i solchi di un album tradizionale.
“Fare un disco lungo è una seccatura – ha spiegato Yorke al giornalista Ross Simonini – nessuno di noi è più disposto a impelagarsi di nuovo in quel gran caos creativo”. In questo senso, si tratterebbe di un originale ritorno al primo rock degli anni 50 quando l’industria del disco riforniva le stazioni radio di tonnellate di singoli che definivano l’arte di un musicista. Internet favorirebbe queste dinamiche, nonostante lo stesso Yorke abbia dichiarato di “non voler spendere la sua dannata vita a scaricare file in MP3”.
Eppure i suoi fan dovranno farlo, per ascoltare l’ultima piccola creatura dei Radiohead. Harry Patch è un brano dedicato al veterano della prima guerra mondiale, morto di recente alla veneranda età di 111 anni. Il singolo è disponibile online al prezzo di una sterlina che verrà donata alla Royal British Legion . L’alba di un’operazione, dunque, che ricorda da vicino l’esperimento già affrontato dall’album In Rainbows , in offerta con il formato paga quanto vuoi sul sito ufficiale della band.
Yorke ha parlato al proposito di un’esperienza di grande successo, nonostante il ritiro di In Rainbows dal web nel dicembre 2008 e il conseguente ritorno del formato CD nei normali negozi. Si tratta, ora, di riprovare un modello alternativo di business per diffondere ancora la musica attraverso le condivisioni da Rete. Il disco singolo come ritorno al rapporto intimo con il negozio che consigliava brani a colpo sicuro o, nelle parole recenti di Curt Smith dei Tears For Fears, come “valore musicale dello sharing”.
Mauro Vecchio