Il Ministero delle Affari Esteri della Federazione Russa ha annunciato il ban di 81 media europei, tra cui Rai, Rai News, La7, La Repubblica e La Stampa. Ciò significa che i cittadini russi non possono più accedere alle trasmissioni e ai rispettivi siti web. Quella del Cremlino è una ritorsione in risposta alla decisione del Consiglio dell’Unione europea del 17 maggio.
Fake news dai media europei
Il Consiglio dell’Unione europea ha bandito tre organi di informazione russi (RIA Novosti, Izvestia e Rossiyskaya Gazeta), oltre a Voice of Europe con sede a Praga, in quanto diffondono notizie false sull’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
A distanza di circa un mese sono arrivate le “contromisure” della Federazione Russa. Il Ministero degli Affari Esteri ha comunicato il ban di 81 media europei, accusati di diffondere fake news sulla cosiddetta “operazione militare speciale”. Cinque di essi sono in Italia, ovvero Rai, Rai News, La7, La Repubblica e La Stampa.
Il gruppo GEDI, proprietario di La Repubblica e La Stampa, ha dichiarato:
In relazione alle misure restrittive decise dalla Federazione Russa nei confronti di 81 testate Europee, tra cui anche La Stampa e La Repubblica, GEDI si rammarica della decisione, che danneggerà in ultima istanza i soli cittadini russi, e garantisce il suo impegno a continuare a garantire un’informazione libera e di qualità: limitare la lettura di un quotidiano significa ledere la libertà delle persone ed ostacolare la circolazione delle idee e delle diverse opinioni. Nel pieno rispetto delle norme vigenti, le nostre testate proseguiranno a seguire quello che avviene ovunque nel mondo, Russia inclusa, fornendo ai lettori informazioni puntuali e aggiornate su tutti i temi che meritano di essere quotidianamente raccontati.
Questo è invece il comunicato del Ministero degli Affari Esteri italiano:
Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale condanna con forza la decisione della Federazione Russa di bloccare l’accesso sul suo territorio alle trasmissioni e ai siti di diversi media europei, tra cui gli italiani Rai, La7, La Repubblica e La Stampa. Esprimiamo rammarico per la misura ingiustificata adottata nei confronti di queste emittenti e testate giornalistiche italiane, che hanno sempre fornito un’informazione oggettiva e imparziale sul conflitto in Ucraina. Questi media hanno seguito criteri di informazione oggettiva, e comunque legata a una interpretazione autonoma dei fatti conseguenti all’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa. Con la scelta di utilizzare in maniera distruttiva la violenza in Ucraina, con la scelta di mettere nel mirino del loro esercito i civili ucraini, le città, le installazioni elettriche e gli apparati tecnici essenziali per la sopravvivenza del popolo ucraino, la dirigenza della Federazione Russa è impegnata in azioni che sono contrarie al diritto internazionale e a ogni principio di legalità e di convivenza civile. Tutto questo non verrà cancellato dai divieti imposti ai media e ai giornalisti italiani e di tutto il mondo che continuano a seguire con professionalità e indipendenza azioni devastanti e disumane. Quella della Federazione Russa è una decisione che non rimuove e non attenua gli effetti di una guerra violenta, devastatrice e illegale.
I cittadini russi non possono quindi accedere ai siti degli 81 media europei. Per aggirare le restrizioni si potrebbe utilizzare una VPN, ma la Russia ha avviato da almeno 7 anni una “guerra digitale” contro questo tipo di software. Dal 2017 è obbligatorio fornire i log degli utenti al governo, mentre dal 2019 i provider devono consentire l’accesso ai server.
In seguito all’invasione dell’Ucraina, la Russia ha iniziato a bloccare le VPN. NordVPN ha spento tutti i server, ma è possibile usare quelli che si trovano in altri paesi. I cittadini russi possono sfruttare i server offuscati o inserire manualmente gli indirizzi IP dei server, seguendo le istruzioni.