I dipendenti e i collaboratori RAI non possono rilasciare commenti e dichiarazioni attraverso i social network. È quanto contenuto in una circolare diramata dal direttore generale Lorenza Lei.
” Negli ultimi tempi si è verificato un numero sempre crescente di casi in cui sono state rilasciate, con diverse modalità, da parte di dipendenti e collaboratori dell’Azienda, dichiarazioni improprie agli organi di informazione. Alla luce dell’evoluzione tecnologica e produttiva dei mezzi e sistemi di comunicazione, quanto stabilito con riferimento alle dichiarazioni agli organi di informazione, deve intendersi riferito anche alle dichiarazioni rilasciate su siti internet, blog, social network e similari ”Immediata la protesta. Giuseppe Giulietti di Articolo 21 attacca senza mezzi termini: “Cosa vuol dire invitare i dipendenti a non commentare le vicende aziendali? Una misura punitiva col forte sapore della censura pura e semplice, dell’intimidazione e della provocazione”.
Più duro il commento di Carlo Verna, segretario Usigrai: “Sul terreno del Web la RAI si ritrova ancora all’anno zero. Ce ne si occupa solo quando si tratta di affermare l’ovvio. È chiaro che un dipendente deve osservare l’obbligo di fedeltà all’azienda, ma non sono tollerabili attacchi alla libertà di espressione sancita dall’articolo 21 della Costituzione”.
“Non si era mai visto un bavaglio alla Rete imposto tramite circolare – sostiene il senatore Francesco Pancho Pardi – Mi auguro che la signora Lei smentisca al più presto quest’assurdità. Nessuno può imbavagliare l’ultimo territorio libero che almeno finora è rimasto”.
Da Viale Mazzini è giunta una precisazione in cui si sottolinea che “non c’è alcun bavaglio ai dipendenti RAI in materia di dichiarazioni ai social network: le norme relative alle dichiarazioni agli organi di informazione esistono da tempo e sono state contestualizzate alle nuove tecnologie di comunicazione mediatica ormai in atto. Si sono semplicemente ribadite norme di comportamento in vigore da anni”.
Cristiano Vaccarella